A Campagnola di Brugine si prega come a Taizè

A Campagnola di Brugine domani alle 21 in chiesa, come ogni terzo mercoledì del mese, si prega come a Taizé. Parola di Dio e riflessione personale al centro dell’iniziativa, tra canoni, canti e spirito ecumenico.

A Campagnola di Brugine si prega come a Taizè

Il ritmo dei canoni, lo stile dell’ecumenismo.
A Campagnola di Brugine, ogni terzo mercoledì del mese, dalle 21 in chiesa ci si sposta con la mente e con il cuore alla comunità fondata da Frere Roger, per la “preghiera come a Taizè”.

Prossimo appuntamento, dunque, il 18 gennaio
«La proposta – racconta il parroco don Luca Gallocchio – è nata a seguito di un’esperienza vissuta nell’estate 2012 a Taizè. Abbiamo portato a Campagnola la “lampada della preghiera”. Pensavamo ad una stanzetta per la preghiera secondo lo stile di questa comunità ecumenica, ma il numero di partecipanti ci ha fatto spostare in chiesa».
La maggioranza dei partecipanti è composta da giovani, ma c’è anche qualche adulto che apprezza lo stile degli incontri. La frequenza in media è di una quarantina di persone, con picchi, in alcune occasioni, che superano quota 70.

Gli incontri mensili iniziano sul presbiterio, seduti attorno all’altare su alcune panche o sopra il tappeto.
Poi, è un susseguirsi ordinato di salmi, canti e canoni di Taizè ripetuti più volte: «Si vogliono far entrare queste frasi della Sacra Scrittura o della liturgia come preghiera del cuore».

Ogni serata vede un unico brano della Sacra Scrittura, al quale seguono alcuni minuti di silenzio.
I momenti sono ordinati, e si susseguono senza spiegazioni o momenti di stacco che possano rovinare il clima. Un drappo arancione, che parte dal tabernacolo, lambisce l’ambone e arriva al centro del presbiterio richiama con la sua simbologia al mistero eucaristico e alla centralità della Parola di Dio.
Dopo il silenzio si conclude con le intercessioni di preghiera, altri canoni e il Padre Nostro. Non c’è la benedizione finale: il sacerdote si mette giù dal presbiterio per benedire singolarmente chi si alza per lasciare la chiesa tracciando una croce sulla fronte come ne giorno del battesimo.

«Questa preghiera – osserva don Luca – comprende canoni in tutte le lingue per farci sentire in comunione con tutta la Chiesa, come nel desiderio di Cristo per cui tutti possano sentirsi una cosa sola. Preghiamo anche per l’unità tra noi e anche con chi non è cattolico. Il bello di questi incontri è che non si viene ad ascoltare qualcuno, come un relatore ad una lectio divina, ma per ascoltare dentro il proprio cuore e dentro se stessi. Nessuno dà spunti, nessuno spiega niente: il cuore di ogni serata sono quei dieci minuti di silenzio per riflettere sulla Parola di Dio e portarsela a casa».

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