Il Veneto "città infinita"? Un viaggio in 10 tappe tra presente e futuro

Gli studiosi hanno iniziato a chiamarla la "città infinita". Il Censis, a proposito dell'area che comprende Padova, Treviso e Vicenza, ha parlato di "regione urbana". Una cosa è certa: i vecchi confini non servono più, e nella vita quotidiana nemmeno lo notiamo più. Ma con cosa sostituirli? E che profilo presenta oggi l'area centrale del Veneto, quella che dalla pedemontana arriva alla laguna. Proviamo a capirlo insieme, in un viaggio in 10 tappe a cavallo tra presente e futuro.

Il Veneto "città infinita"? Un viaggio in 10 tappe tra presente e futuro

Bisogna salire lungo i tornanti del Costo, per abbracciare in un solo sguardo sintetico la città infinita del Veneto centrale.
Bisogna guardarla dall’alto, possibilmente in una notte sgombra da nubi, quando si disvela come un unico tappeto luminoso, che dalle pendici dei monti arriva a lambire la laguna. Niente più confini, nessun cartello a segnalare la fine d’un comune e l’inizio dell’altro.
Non sono solo le città col loro hinterland, la cintura cresciuta veloce accogliendo giovani coppie e villette signorili:

è l’intero territorio a manifestarsi come un unicum, magari disordinato, sicuramente frutto più del caso che della programmazione, ma che si va celermente consolidando anche nella geografia mentale dei suoi abitanti, specie di quelli più giovani.

La politica, come quasi sempre accade, è indietro.
Aggrappata ai municipi, balbettante nelle politiche d’area vasta, fatica a tenere il passo del cambiamento, a immaginare nuove dimensioni e nuove logiche di scala.
Si pensi ai divieti alla circolazione che puntuali ritornano nelle grandi città a ogni emergenza smog (vale a dire, praticamente sempre) ma non arrivano mai alla “città infinita e diffusa”, come se la mobilità e l’inquinamento potessero conoscere barriere al loro fluire quotidiano.

Eppure c’è stato un tempo in cui quel processo la politica ha tentato quantomeno di governarlo ripensando la fisionomia del Veneto: erano gli anni della Pa-Tre-Ve, dei progetti che prefiguravano per il triangolo centrale della regione un approdo “metropolitano”, che desse al territorio gli strumenti necessari a non subire un processo anarchico di espansione.

L’area metropolitana, alla fine, è arrivata.
Ma a Venezia, per l’illogicità di una legge che ha voluto farla coincidere con capoluogo di regione, e non là dove logica avrebbe voluto.

Cosa sarà il Veneto tra vent’anni?
E come dovremmo attrezzarci per mantenere i suoi punti di forza e ovviare alle sue debolezze?

Ecco cosa vogliamo provare a domandarci nel viaggio che inizierà col numero di domenica 28 gennaio.
Dieci puntate, dieci grandi questioni attorno a cui si gioca il profilo del Veneto che lasceremo ai nostri figli, dal punto di vista urbanistico, dell'ambiente, del lavoro, della mobilità solo per ricordare alcuni dei temi cruciali.
È questione di soldi, progetti, infrastrutture, certo. Ma è prima ancora questione dell’idea che abbiamo: di noi stessi e del mondo che ci circonda.

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