Olio di oliva dei colli Euganei: calo dell'80 per cento

L'annata è disastrosa: il danno economico è stimato attorno ai 4 milioni di euro per il mancato fatturato. In grave sofferenza anche gli altri comparti agricoli con cali produttivi di percentuali a due cifre.

Olio di oliva dei colli Euganei: calo dell'80 per cento

Secondo le stime che vanno delineandosi con sempre maggior precisione, quest’anno i produttori di olio dei colli Euganei perderanno circa 4 milioni di euro di fatturato. La causa è dovuta alle conseguenze del caldo e della siccità che hanno caratterizzato il corso di questa torrida estate.

Le temperature elevatissime, ben oltre la media stagionale, hanno determinato la mancata impollinazione degli olivi e in pratica, nonostante la fioritura sia comunque avvenuta, gli eventi siccitosi hanno portato al mancato sviluppo delle olive, la cui produzione è calata dell’80 per cento.

«Siamo di fronte ad una situazione veramente difficile – dichiara Ampelio Bianco, componente dell’Associazione olivicoltori euganei – Il caldo ha letteralmente bruciato i fiori degli olivi, con conseguenze drammatiche sulla produzione. Nel caso della mia azienda, dei 340 olivi presenti sui colli che circondano Arquà Petrarca, solo 60 hanno prodotto una piccola quantità di olive. Dai 5 quintali di olio prodotti mediamente negli anni passati, sono passato a una produzione di appena un quintale scarso. Con tutto ciò, bisogna considerare che i costi relativi all'irrigazione e agli eventuali trattamenti messi in atto normalmente, non cambiano. È una situazione davvero disastrosa».

Una sofferenza generalizzata che viene condivisa da tutti i produttori di olio dei colli Euganei sui quali insiste la stragrande quantità degli olivi della provincia padovana: «All’inizio della fioritura degli olivi è mancata completamente l’acqua – afferma l’olivicoltore Vittorio Barollo di Galzignano Terme – L’impollinazione degli olivi non è avvenuta, e le piante, quando anche è arrivata la poco acqua di piogge pressoché inesistenti, l'hanno trattenuta per la propria sopravvivenza senza riversarla nel frutto, determinando la mancata produzione delle olive. È drammatico pensare di aver perso l’80 per cento della produzione: quest’anno sarà un tracollo. A questo, si aggiunge il problema dei cinghiali, che di notte arrivano tra gli olivi e distruggono quel poco che è c’è».

Sui colli sono 400 gli ettari di terreno coltivati a olivo, per un totale di 500 produttori che, nel corso del 2016, hanno registrato una produzione di 3 mila quintali di olio, per un fatturato complessivo di 4 milioni 620 mila euro. A livello regionale, il fatturato si aggira sui 15 milioni.

«In questa situazione è difficile fare agricoltura e produrre – dichiara il direttore della Cia di Padova, Maurizio Antonini – Alla drastica riduzione delle olive, si aggiunge la perdita di altri prodotti agricoli, dovuta alle elevate temperature e alla mancanza di piogge. Le produzioni di mais, barbabietola e foraggio sono diminuite del 30 per cento, e la produzione del latte è diminuita del 20 per cento nel periodo tra giugno e agosto, quale conseguenza dello stress animale causato dal caldo estremo. Un vero e proprio bollettino di guerra: i danni complessivi della produzione agricola padovana superano i 100 milioni. La Cia ha richiesto alla regione lo stato di calamità naturale, servono urgenti interventi statali e comunitari che diano la possibilità agli agricoltori di gestire i rischi in agricoltura, per salvaguardare il proprio reddito e la sopravvivenza delle aziende».

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