Aperture domenicali. Quella legge incagliata al Senato

Ogni Natale da quando sono stati liberalizzati gli orari e le aperture festive dei negozi si riaccende la polemica sull’utilità e sull’etica di questa possibilità. Nel 2014 la Camera ha approvato una legge che prevede la chiusura di almeno sei giorni festivi l'anno, ma da allora è ferma in Senato il attesa del via libera. 

Aperture domenicali. Quella legge incagliata al Senato

“Natale con i tuoi” recita l’antico adagio che viene in soccorso di chi a Natale, Santo Stefano e Capodanno a lavorare non ci vuole andare anche se la legge di mercato lo chiede e puntualmente dal 2011, quando vennero liberalizzati gli orari di apertura dei negozi, si riaccende la polemica sull’utilità e sull’etica di questa possibilità che a molti appare un sopruso. 

«Fu il senso cristiano del vivere da figli e non da schiavi a fare della domenica, quasi universalmente il giorno del riposo» ha ricordato Papa Francesco nell’udienza del mercoledì citando anche il Concilio Vaticano II: «La domenica è il giorno di festa primordiale che deve essere proposto e inculcato alla pietà dei fedeli, in modo che divenga anche giorno di gioia e di astensione dal lavoro».

Il Papa, ovviamente, non parla di negozi aperti o chiusi ma ugualmente il suo messaggio viene usato dalla politica e il Movimento Cinque Stelle torna a chiedere l’approvazione della legge ferma in Senato che prevede la chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali almeno per 6 giorni festivi all’anno.

Era crisi nera nel 2011 quando venne adottato il “Decreto Salva Italia” che ha sancito la liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura domenicale e festiva dei negozi, ma che non sembra aver prodotto una ricaduta significativa sul volume di vendite mentre sono aumentati i costi di gestione:

«Quello che non serve va cambiato e per questo come Regione del Veneto ci siamo rivolti ai parlamentari veneti al fine di sollecitare una rapida approvazione del disegno di legge statale di disciplina della materia relativa alle chiusure domenicali e festive degli esercizi commerciali, approvato il 25 settembre 2014 dalla Camera dei Deputati e attualmente ancora all’esame del Senato - ha spiegato l’assessore Roberto Marcato in una conferenza stampa sul tema -   Sulla necessità di limitare le aperture festive si sono espressi favorevolmente tutti gli schieramenti politici, ma l’iter legislativo in Parlamento non si è sbloccato. Riteniamo perciò doveroso che torni ad essere posto all’attenzione questo tema che è soprattutto etico-sociale perché mette a repentaglio la tranquillità della vita delle famiglie».

La situazione però è difficile anche per i lavoratori che in questo settore sono una vera galassia, un mondo complesso da gestire, che oltre a chi ha un contratto a tempo indeterminato comprende: part time, interinali, stagisti, cooperative.

Dal punto di vista economico quello delle aperture domenicali e degli orari prolungati pesa in particolare sui piccoli negozi che non possono sostenere i costi del tenere aperto dal lunedì alla domenica ininterrottamente e questo favorisce la grande distribuzione: a Padova dal 2012 al 2016 la vendita nel settore alimentare per la grande distribuzione è aumentata del 2,8%, mentre i negozi di vicinato hanno perso il 6,5% e nello stesso periodo per i prodotti non alimentari la vendita nella grande distribuzione è salita dell’1,1% e per i piccoli negozi è calata del 4,6%.

«Tutti sembrano dimenticare che nel 2013 la Confesercenti con la Conferenza episcopale, ha raccolto  quasi 200mila firme per chiedere che la materia degli orari di apertura dei negozi torni di competenza delle Regioni - ricorda il presidente della Confesercenti del Veneto Centrale, Nicola Rossi - La stessa Regione Veneto sta segnando il passo e nonostante la buona volontà dell’assessorato competente vuole affrontare la questione come problema morale ed umano. Non è questo. La questione è tema di innovazione e di sviluppo economico e deve essere compresa nella trattativa per l’autonomia regionale».

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