Fusioni, dodici comuni al voto a dicembre in Veneto

Il 17 dicembre in alcuni comuni delle province di Padova, Vicenza, Belluno e Verona i cittadini sono chiamati al referendum consuntivo sulla fusione. Se prevarranno i sì in Veneto ci saranno cinque nuovi comuni nati dalla somma di dodici municipi. Uno, Quattroville, nella Bassa padovana.

Fusioni, dodici comuni al voto a dicembre in Veneto

Con il “referendum sull’autonomia” non si sono conclusi gli impegni elettorali in Veneto.
Il 17 dicembre prossimo, infatti, sarà giornata di consultazione referendaria per i cittadini di una serie di comuni che sono chiamati ad esprimersi sulla fusione in nuove realtà amministrative comunali.

La giunta regionale ha approvato i provvedimenti con cui vengono indetti i referendum consultivi per la fusione dei comuni di Saletto, Santa Margherita d’Adige, Megliadino San Fidenzio e Megliadino San Vitale nel nuovo comune denominato “Quattroville” in provincia di Padova; dei comuni di Barbarano Vicentino e Mossano nel nuovo comune denominato “Barbarano Mossano” e dei comuni di Arsiero e Tonezza del Cimone nel nuovo comune denominato “Arsiero Tonezza” in provincia di Vicenza; dei comuni di Belfiore e Caldiero della provincia di Verona nel nuovo comune denominato “Belfiore Caldiero Terme”; dei comuni di Falcade e Canale d’Agordo nel nuovo comune denominato “Valle del Biois” in provincia di Belluno.

La legge richiede ci sia l’espressione formale della volontà dei cittadini interessati e il voto potrà essere espresso dalle ore 7 alle 23 di domenica 17 dicembre su un quesito referendario che chiede se si è favorevoli o no alla fusione.

In caso di vittoria dei sì e a conclusione dell’intero iter, il consiglio regionale procederà ad approvare le leggi di istituzione dei nuovi comuni.
Negli scorsi anni non sono state molte le fusioni realizzate, l’ultima nel febbraio scorso con la fusione di Grancona e San Germano dei Berici, nel Vicentino, da cui è nato il comune di Val Liona che conta 3.043 abitanti.

Per favorire i percorsi di fusione, la legge di bilancio 2017 ha innalzato gli incentivi per un periodo di dieci anni, portandoli dal 40 al 50 per cento dei trasferimenti statali, con una soglia massima di 2 milioni di euro, ma i processi di fusione sono importanti per i comuni perché oltre alla riduzione dei costi, in genere producono anche una maggiore efficienza dei servizi degli enti territoriali.

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