Pietro Grasso: «Legge elettorale prima del 2018»

La coda della legislatura porta con sé la necessità di riformulare una legge elettorale che trovi un minimo punto d’incontro tra le forze politiche e che consenta di andare alle elezioni del 2018 con un sistema che assicuri la governabilità.
A governare le danze, ovviamente, stando ai numeri parlamentari è il Pd, con il neo segretario Matteo Renzi che traccia la linea: «Non potremo mai accettare che si arrivi a fare una legge elettorale tutta in soccorso ai piccoli partiti: no al Cespugliellum».

Pietro Grasso: «Legge elettorale prima del 2018»

La coda della legislatura porta con sé la necessità di riformulare una legge elettorale che trovi un minimo punto d’incontro tra le forze politiche e che consenta di andare alle elezioni del 2018 con un sistema che assicuri la governabilità.

A governare le danze, ovviamente, stando ai numeri parlamentari è il Pd, con il neo segretario Matteo Renzi che traccia la linea: «Non potremo mai accettare che si arrivi a fare una legge elettorale tutta in soccorso ai piccoli partiti: no al Cespugliellum». Matteo Richetti portavoce della segreteria aggiunge: «Andremo avanti facendo votare il nostro testo-base e non quello del relatore».
Il Partito democratico spinge per un sistema “tedesco corretto” e non vuole votare dunque il nuovo Italicum, modificato in base alle indicazioni della Consulta e stilato dal presidente della commissione Affari costituzionali Andrea Mazziotti.

La contro-proposta del Pd prevede metà maggioritario e metà proporzionale. L’ex premier Renzi vuole allontanare la possibilità di far entrare in parlamento i “cespugli”, visto che il sistema tedesco fissa la soglia di sbarramento al 5 per cento.

La posizione ufficiale di Forza Italia è quella rappresentata da Renato Brunetta in queste settimane: proporzionale puro con premio di maggioranza alla coalizione (quindi non alla lista) che raggiunga il 40 per cento e liste bloccate. Il M5S è contrario al “neomattarellum” ed è favorevole invece a estendere l’Italicum alla Camera.

«Il decreto legge lo vedrei come ultima spiaggia, nel caso in cui si fosse veramente in un momento della fine della legislatura – mette le mani avanti il presidente del Senato Pietro Grasso – Devono essere i parlamenti a stabilire il giusto equilibrio fra la necessità di una rappresentanza popolare e la possibilità per i governi di stabilità e di poter vedere applicate immediatamente le loro decisioni».

«Non si può comunque andare alla fine della legislatura, nel 2018, senza una legge elettorale che sia approvata da entrambe le camere del nostro parlamento. Questo perché gli interventi della Corte costituzionale sulle leggi precedenti, Porcellum e Italicum, hanno lasciato delle leggi che non sono né omogenee né autonomamente applicabili, hanno delle deficienze che costringono a un intervento parlamentare».

Ma cosa prevede in sostanza il testo stilato dal presidente della commissione Affari costituzionali Andrea Mazziotti?
L’impianto normativo stabilisce un premio di maggioranza al Senato per la lista che ottenga almeno il 40 per cento: 50 collegi al Senato, plurinominali con delega al governo, e in caso di mancata approvazione costituiti mediante accorpamento dei collegi Italicum attuali.
Prevede inoltre soglie di sbarramento uniformi al 3 per cento sia alla Camera che al Senato, su base regionale (il punto che non trova il benestare dei renziani e del centrodestra).
Rimangono molti punti dubbi, tra i quali un sistema di liste identico a quello dell’Italicum anche al Senato, con capilista bloccati e preferenze. Il presidente Mazziotti ha previsto l’estensione della disciplina dell’equilibrio di genere prevista dall’Italicum anche al Senato e la sostituzione del criterio del sorteggio in caso di elezione in più collegi con la regola per la quale il candidato risulta eletto nel collegio in cui la lista ha ottenuto la percentuale più bassa.

Pochissime le possibilità di approvazione come ha anticipato lo stesso relatore:
«Questa soluzione sicuramente rappresenta il miglior risultato nelle condizioni date, ma sicuramente non il sistema elettorale che preferisco».
La macchina elettorale si sta lentamente svegliando – un anno in politica passa in fretta – e si avvicina la profezia del presidente Grasso di avere una legge elettorale tramite il ricorso al decreto legge. L’ennesima umiliazione per il nostro parlamento.

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Parole chiave: legge-elettorale (6), mattarellum (2), grasso (1), italicum (10)