Pm10, è Padova la città italiana più inquinata

Sulla base delle rilevazioni fatte dalle agenzie regionali per la protezione ambientale  da ieri sono stati resi noti i dati relativi al Pm10 nei primi tre mesi del 2015, per quanto riguarda l’aria delle trenta città più popolate d’Italia. Maglia nera a Padova, ma tutta la pianura padana vive una situazione di grave inquinamento.

Pm10, è Padova la città italiana più inquinata

“La maglia nera spetta a Padova” dichiara Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova, che - per i primi novanta giorni dell’anno - ha respirato mediamente 53 microgrammi di polveri sottili per ogni metro cubo d’aria. Ma poco meglio va a Milano e Reggio Emilia, entrambe a quota 51,2 microgrammi di particolato per metro cubo (il mite di legge annuale è di 40 microgrammi).

Come sempre, la zona più critica è la pianura padana: le città di Lombardia, Veneto ed Emilia occupano 11 dei primi 13 posti nella  provvisoria classifica dell’inquinamento 2015.
Anche per i picchi giornalieri, maglia nera ancora Padova che colleziona già 41 sforamenti del limite di legge giornaliero di 50 microgrammi di pm10 per metro cubo, quando per legge il tetto è fissato ad un massimo di 35 giorni durante tutto l’anno. Seguono Milano, Reggio Emilia, Torino, Parma, Brescia, Verona, Modena, Rimini e Venezia.

“Evidentemente – continua Passi – l’attacco alla mobilità sostenibile sta avendo i previsti effetti negativi. Va invece potenziato il servizio urbano di autobus (soprattutto rendendolo più frequente) aumentando radicalmente le corsie preferenziali, che farebbero guadagnare velocità commerciale: secondo l'azienda di trasporti locale Aps 2 km/h in più valgono almeno 1 milione di riduzione dei costi".
L'associazione avanza anche altre proposte per cercare di invertire un trend che di anno in anno si fa sempre più preoccupante per la salute pubblica: "Vanno investiti i soldi delle multe degli autovelox per creare una rete di parcheggi scambiatori ai confini dell’area metropolitana supportati da un potenziato trasporto pubblico locale. Va aperto un serio dibattito con la comunità locale sulla possibilità di istituire un’ampia area di limitazione della mobilità privata. Bisogna iniziare a lavorare almeno sul controllo e moderazione del traffico in entrata in città (250mila spostamenti al giorno): questo si può fare, ad esempio con l’Ecopass che finanzierebbe anche il potenziamento della rete dei trasporti alternativi. Si abbassi inoltre il limite di velocità a 30km orari in tutta la città per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti, incentivando così spostamenti senz’auto per i percorsi urbani. Infine si continui con la politica di sviluppo di piste e percorsi ciclabili”.
 

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Fonte: Comunicato stampa