Casalserugo, finalmente il paese è pronto a cambiare volto

Casalserugo è ripartita. Dopo dieci anni di impasse, dopo che i progetti sono stati necessariamente ridimensionati, alla fine ha prevalso il desiderio di uscire dalle sabbie mobili e provare a lasciarsi alle spalle una situazione logorante per tutti. Casalserugo, quindi, avrà presto un nuovo centro parrocchiale, una nuova scuola dell’infanzia e una nuova piazza pubblica.

Casalserugo, finalmente il paese è pronto a cambiare volto

Casalserugo è ripartita.
Dopo dieci anni di impasse stanno per vedere la luce le opere che, se non fosse scoppiata la crisi, già nel 2008 avrebbero cambiato il volto del paese.
I progetti sono stati necessariamente ridimensionati, e trovare (maggio 2016) un compromesso che accontentasse tutte le parti in causa – parrocchia, amministrazione comunale e alcuni privati – ha comportato per ciascuna di esse pesanti sacrifici. Infine però ha prevalso il desiderio di uscire dalle sabbie mobili e provare a lasciarsi alle spalle una situazione logorante per tutti.

Casalserugo, quindi, avrà un nuovo centro parrocchiale, una nuova scuola dell’infanzia e una nuova piazza pubblica.
Per il primo, che sorgerà dietro alla chiesa, la commissione congiunta formata da parrocchia, curia e comune sta procedendo in queste settimane alla scelta del progetto, tra i dodici che hanno partecipato all’apposito concorso di idee. Il vincitore verrà proclamato nel corso del mese di novembre per poi iniziare i lavori quanto prima.

Il vecchio patronato è stato demolito lo scorso febbraio.
Attualmente la comunità sta utilizzando gli uffici di uno stabile commerciale concessi in prestito da un imprenditore del paese e riadattati per le nuove funzioni.
«È uno spazio comodo ma un nuovo centro parrocchiale ci serve proprio – commenta il parroco di Casalserugo don Federico Fortin – Ci manca soprattutto una sala polivalente. Penso ad esempio alla sagra: finora l’affitto dei capannoni ha assorbito risorse che avrebbero potuto essere destinate alla comunità in un periodo difficile. Del resto sarebbe stato inopportuno rinunciare a questa manifestazione, che dal punto di vista relazionale è molto importante, considerato che solo i volontari sono circa 120».

Lo stesso vale per il grest, che quest’estate ha richiamato 330 bambini e ottanta animatori e che abbiamo dovuto tenere presso le scuole elementari. Per non parlare poi dello spazio richiesto dagli incontri di iniziazione cristiana e dall’Acr».

Se in tutta questa vicenda c’è un aspetto positivo, osserva il sacerdote, è proprio quello della partecipazione delle persone alla vita comunitaria, che è rimasta elevata nonostante la povertà delle strutture a disposizione.
«Ora che le ruspe sono entrate in azione, poi, un sentimento che definirei di “moderata euforia” ha preso il posto della totale sfiducia che aveva contagiato un po’ tutti. L’auspicio è che ciò si traduca in un aiuto diffuso alla comunità parrocchiale, ora che le opere tanto attese si sono sì sbloccate, ma la situazione economica rimane delicata. In tutti questi anni, comunque, i bilanci sono sempre stati presentati pubblicamente e lo stesso è avvenuto per l’accordo trovato con comune e privati».

Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, la soluzione individuata ha visto la parrocchia cedere il terreno al comune che a sua volta lo ha assegnato in comodato d’uso alla Spes.
Sarà infatti l’ipab padovana a costruire l’edificio e gestire la scuola, il cui appalto è in fase di gara.

Parrocchia e comune, accordo fondamentale

A suo tempo la parrocchia di Casalserugo aveva pensato in grande: vendendo patronato, scuola dell’infanzia e cinema vecchi, avrebbe finanziato la costruzione di quelli nuovi su terreni di proprietà e altri da espropriare.
Lo scoppio della bolla immobiliare, con il conseguente crollo del valore degli edifici da alienare quando ormai gli impegni presi erano stati messi nero su bianco, ha paralizzato il progetto, senza peraltro lasciare margini per soluzioni alternative.
Dopo anni in cui le implicazioni economiche e umane della vicenda avevano impedito di uscire dallo stallo, parrocchia e amministrazione comunale hanno avviato un dialogo per modificare e rendere sostenibile il piano originario. A pesare era soprattutto la fideiussione chiesta per legge dal comune alla parrocchia e proporzionata all’importo del progetto iniziale.

Con l’accordo raggiunto il comune ha ottenuto la riqualificazione di tutta l’area che la parrocchia voleva vendere: qui sorgerà la nuova scuola dell’infanzia, realizzata dalla Spes, che farà da quinta a una nuova piazza per tutto il paese.
La parrocchia, così sgravata, può ora concentrarsi sul centro parrocchiale, mentre i privati espropriati sono stati soddisfatti nelle loro richieste.

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