Diaconi permanenti, da trent'anni a servizio della chiesa di Padova

Sono trascorsi tre decenni esatti dall’8 novembre 1987, quando il vescovo Filippo per la prima volta ordinò nove diaconi permanenti padovani. Oggi sono 55 e 12 sono in formazione. Il 7 novembre a Santa Giustina sarà festa per i primi e per i nuovi.

Diaconi permanenti, da trent'anni a servizio della chiesa di Padova

8 novembre 1987 – 28 ottobre 2017.
La storia dei diaconi permanenti nella chiesa di Padova, almeno per il momento, è racchiusa in questa lunga parentesi di tempo. Due date, due pietre miliari, dal momento che sono trascorsi esattamente trent’anni da quella domenica pomeriggio in cui, per la prima volta, il vescovo Franceschi ordinava dei diaconi permanenti.

La ricorrenza induce una serie di riflessioni non solo sulla vocazione di questi uomini adulti, spesso mariti e padri, che hanno accolto la chiamata al ministero ordinato, ma anche sull’assetto futuro della nostra diocesi. Specie se si considera che proprio nel trentennale, sabato 28 ottobre per l’appunto, il vescovo Claudio ha ordinato quattro diaconi permanenti e un solo ineunte, Nicola Cauzzo, che il prossimo anno diventerà sacerdote.

Ma ciò che oggi sta a cuore alla comunità diaconale è celebrare questo lungo cammino.
Martedì 7 novembre, proprio nel giorno in cui la chiesa ricorda san Prosdocimo, primo vescovo di Padova, a Santa Giustina alle 18.30 ci sarà una messa e poi l’incontro conviviale che unirà gli ultimi quattro ordinati con tre dei nove primi diaconi che festeggiano il trentesimo.

«È stato un ministero così ricco e così bello che certamente vorrei riassaporarlo tutto, attimo per attimo – riflette Lino Concina, diacono da quell’8 novembre ’87, impegnato nell’Apostolato biblico diocesano – E poi si tratta di una chiamata del Signore, non è stata una nostra scelta. Sono stati trent’anni molto belli e importanti, passati in pienezza e con una notevole soddisfazione. Non perché questo sia il nostro scopo, ma perché ho potuto capire l’utilità del nostro servizio accanto a presbiteri eccezionali: esperienze bellissime sia dal punto di vista umano che teologico».

Flaviano Menon deve il suo entusiasmo di essere diacono grazie al lungo servizio, tutt’ora in corso, a Valdobbiadene e Quero con i fidanzati che si preparano al matrimonio.
«Rispondendo a questa vocazione pensavo di dover “fare” qualcosa, invece mi sono trovato a ricevere cento volte tanto. Mi sono messo a disposizione di qualsiasi servizio, così ho colto come il Signore abbia creato la strada del mio ministero in tutti questi lunghi trent’anni». Non ha un segreto Flaviano, semmai un tesoro: la moglie Assunta, che lo ha preceduto in Cielo, e che con la sua discrezione lo ha aiutato profondamente a essere diacono fino in fondo.

Silvano Dalla Pietà è stato ordinato nel 1987, e ha vissuto una simbiosi virtuosa tra il ministero e la professione di infermiere.
«In quarant’anni di ospedale, accanto ai malati, ho imparato che cosa significa la carità, e questo mi conforta tutti i giorni». Un diacono al capezzale, prima a Cittadella e poi a Castelfranco, Asolo, Crespano e Montebelluna. E poi a San Donato di Cittadella, dove il servizio continua nonostante l’età avanzata. 

Un ministero per questi diaconi tutto da costruire, dato che sono stati i primi.
«È vero – riprende Lino Concina – noi primi nove ordinati e chi ci ha seguito immediatamente dopo, tra cui Mariano Malatesta, abbiamo dovuto in un certo modo costruire la nostra ministerialità. Ci sono stati vantaggi e svantaggi, ma credo che in tutti noi prevalga la sensazione di aver vissuto un’esperienza ricchissima, a contatto con tante persone e preti illuminati».

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