La parrocchia di Chiuppano si trasforma in un monastero

Per tre giorni, dall'11 al 13 dicembre, la parrocchia di Chiuppano accoglie tre monache clarisse del monastero di Sant'Agata Feltria (Rimini). Le religiose incontrano i gruppi, portando la loro testimonianza di fraternità, pregando e mettendosi in ascolto dei parrocchiani.

La parrocchia di Chiuppano si trasforma in un monastero

L’11, 12 e 13 dicembre la parrocchia di san Michele arcangelo a Chiuppano, nel Vicentino, si trasforma in monastero grazie alla presenza “straordinaria” di tre sorelle clarisse del monastero di Sant’Agata Feltria, in provincia di Rimini. «Presenza straordinaria – precisa don Loris Gasparella, il parroco – perché sono suore di clausura, anche se hanno scelto di essere più aperte e seguono lo stile di fraternità di santa Chiara che ha dato un significato spirituale alla clausura. È un’iniziativa intensa, nata da un’esperienza personale vissuta con il gruppo vocazionale diocesano: con le suore clarisse si è creata un’amicizia sincera e ho chiesto loro di venire a farci visita nella mia nuova parrocchia, dove sono arrivato in ottobre come parroco».

Il programma dei tre giorni è molto ricco: le sorelle, infatti, incontreranno i vari gruppi presenti in parrocchia, dai ragazzi del catechismo (venerdì 11 alle 15), a quelli dell’Azione cattolica, prima i giovanissimi (la sera, alle ore 20) e poi i più giovani (il sabato alle 15). Non solo, le clarisse (la badessa e due sorelle) porteranno anche la loro testimonianza di fraternità e di come vivono il vangelo durante la celebrazione delle messe e si rendono disponibili per colloqui personali, il sabato dalle ore 15 alle 18. «Vivremo un’esperienza molto forte – spiega il parroco – Le sorelle ci accompagneranno nella liturgia delle ore: animeranno i vespri venerdì alle 17 e le lodi sabato alle 8.30. Alla sera, alle 20.30 ci sarà una veglia in preparazione del Natale. In parrocchia sono tutti molto contenti di vivere quest’esperienza e c’è anche molta attesa, curiosità e sete di sentire parole buone, di spiritualità. Sarà una bella occasione per stare insieme e fare comunità con una proposta diversa, semplice, ma allo stesso straordinaria. Dal mio arrivo qui in parrocchia ho percepito nelle persone molto entusiasmo e anche bisogno di cose che diano gioia di pregare e di stare insieme».

Il programma del “monastero in parrocchia” prevede anche una cena “porta e offri in patronato”, aperta a tutti, sabato alle 19, dopo la celebrazione della messa. Domenica durante la celebrazione eucaristica delle ore 10.30 verranno poi ricordati gli anniversari di matrimonio: «Anche per queste due proposte – racconta don Loris Gasparella – c’è già un ottimo riscontro da parte della comunità. Ci sono 40 coppie che hanno chiesto di festeggiare l’anniversario di nozze. Inoltre sabato e domenica le clarisse allestiranno un mercatino con dei lavori fatti da loro: icone, oggetti preparati con il cuoio o in legno. Le sorelle curano molto la liturgia, sono giovani e hanno un approccio molto coinvolgente: hanno un’attenzione e cura particolare per la preghiera e per il canto, che si concretizza in gesti semplici, come accendere una candela o curare i fiori. Così dimostrano il loro amore per Gesù».

L’intento di questi tre giorni è anche di dare uno stimolo alla comunità che abbia poi un suo prosieguo: l’iniziativa infatti non resterà isolata, ma si cercherà di far nascere un’amicizia con questa realtà religiosa. «Stiamo pensando – spiega il parroco – di organizzare un campo invernale per gli animatori, dal 27 al 30 dicembre ad Assisi, e faremo una tappa nel monastero di Sant’Agata. Partiremo con una trentina di ragazzi fra i 18 e i 24 anni. E poi l’estate prossima vorrei proporre alle famiglie una vacanza spirituale per la novena di santa Chiara. Un’occasione per stare insieme fra famiglie, condividere momenti di preghiera e riflessione, ma anche di svago e divertimento essendo vicini al mare. Vorrei fosse una proposta alternativa anche per quelle famiglie che non possono permettersi delle vacanze vere e proprie. C’è bisogno di trovare momenti per stare insieme e creare relazioni significative da un punto di vista cristiano, senza dover fare cose particolari. Ho notato infatti che la comunità manifesta grande entusiasmo anche per le feste più semplici e ha dimostrato anche tanta generosità, sia in termini di tempo, come ad esempio aiutando nelle pulizie degli spazi parrocchiali e della chiesa, che economici e di attenzione per le “cose” della comunità. E questo è un segno della Provvidenza. Dobbiamo diventare perle preziose per gli altri curando l’accoglienza e mettendo in gioco ognuno i propri talenti, facendoli fruttare per la comunità. Credo che l’esperienza del monastero in parrocchia, la disponibilità delle clarisse, la loro testimonianza, possano darci in questo un impulso importante e significativo».

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