Libertà di scelta alle famiglie

Dalla quarta conferenza sulla scuola e la formazione professionale promossa dalla Conferenza episcopale Triveneto giunge una chiara sollecitazione allo stato e agli enti locali perché garantiscano il necessario sostegno alle scuole paritarie.

Libertà di scelta alle famiglie

Le famiglie hanno il diritto di scegliere liberamente quale educazione dare ai figli attraverso l’istituzione scolastica, statale o paritaria, senza essere costrette a un unico indirizzo. L’ha ribadito il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti alla 4a conferenza sulla scuola e la formazione professionale promossa domenica 24 novembre dalla Conferenza episcopale Triveneto. Esortazione cui hanno fatto seguito le indicazioni del patriarca di Venezia e presidente della Cet, mons. Francesco Moraglia, ad accompagnare l’appello alla libertà messo nero su bianco per l’occasione e dal quale dipendono le sorti della formazione paritaria. L’appello – sottoscritto da Fism, Fidae, Agesc, Cdo, Confap, Forma Veneto... – evidenzia alcune urgenze in ambito educativo: dalla necessità di sostenere e valorizzare la scuola, pubblica statale e pubblica paritaria, e i percorsi dell’istruzione e formazione professionale all’importanza di richiamare gli stati membri dell’Unione Europea alla tutela della libertà di scelta educativa della famiglia.
Nel Triveneto, si legge nel documento, istruzione e formazione professionale rappresentano «la seconda gamba del sistema scolastico che prevede la formazione in situazione lavorativa, in laboratorio e in tirocinio quale canale privilegiato per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro». In questo panorama il modello veneto è virtuoso a partire dalla scuola paritaria dell’infanzia, con un risparmio di risorse per le casse statali. Su queste basi, alle considerazioni fanno seguito una serie di richieste rivolte innanzitutto allo stato: finanziamenti certi, in prospettiva pluriennale, a sostegno dell’autonomia scolastica per il sistema pubblico integrato; il superamento delle modalità di finanziamento delle paritarie, ora dato da incerti stanziamenti nella legge di bilancio e di stabilità, assicurando un sostegno svincolato dal patto di stabilità; la garanzia per il 2014 di un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro, minimo vitale per la sopravvivenza del sistema paritario.
L’appello prosegue per punti ed è indirizzato ai rappresentanti regionali, affinché rappresentino a Roma la questione del ripristino dei fondi statali in considerazione della valenza del modello triveneto delle scuole dell’infanzia; perché siano promotori di una nuova legge regionale sul diritto allo studio a consolidamento e rilancio dei percorsi triennali, del quarto anno, della filiera dell’istruzione e formazione professionale con adeguamento dei capitoli di bilancio, puntuale erogazione di acconti e saldi, compresi quelli per l’integrazione scolastica degli alunni diversamente abili, infine la ridefinizione dei costi standard accompagnata da una semplificazione nelle procedure amministrative e gestionali.
Il documento si chiude con l’invito rivolto alle comunità ecclesiali a «considerare e sostenere in ogni luogo e tempo l’educazione integrale di ogni persona umana, riscoprendo la specificità della scuola, contribuendo a fare di essa una comunità in dialogo con le altre comunità educative, rivalorizzando la dimensione ecclesiale, la originalità profetica e la preziosità pedagogico-educativa delle scuole paritarie cattoliche».

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