Saletto di Vigodarzere: riaperta la chiesa parrocchiale

Dopo il crollo di un cornicione all'interno della chiesa, a novembre scorso, la comunità parrocchiale di Saletto di Vigodarzere ha celebrato nella scuola dell'infanzia e, per occasioni particolari, nelle chiese vicine di Tavo e Vigodarzere. Da Pasqua, però, grazie a un solerte intervento, fatto con ponteggi e reti a regola d’arte, ha potuto riaprire le porte e accogliere i suoi fedeli.

Saletto di Vigodarzere: riaperta la chiesa parrocchiale

Chiesa di mattoni o chiesa di persone? Quanto sta accadendo nella parrocchia di Saletto di Vigordarzere è una dimostrazione che entrambe sono necessarie.
Il 9 novembre scorso, infatti, è crollato un cornicione all’interno della chiesa. Immediata, per ovvi problemi di sicurezza, la chiusura dell’edificio sacro. La comunità ha dovuto così chiedere ospitalità per la celebrazione dell’eucaristia quotidiana e domenicale alla scuola dell’infanzia parrocchiale e per funerali e battesimi ha trovato pronta accoglienza nelle due chiese vicine di Tavo e Vigodarzere.

La domenica di Pasqua, però, grazie a un solerte intervento, fatto con ponteggi e reti a regola d’arte, la chiesa di Saletto ha potuto riaprire le porte e accogliere i suoi fedeli.
«È stato come tornare a casa dopo una lunga vacanza – afferma Sandra Reato, membro del consiglio pastorale parrocchiale e del consiglio per la gestione economica – Ci siamo tutti commossi! È stata davvero una gioia grande che ci ha aperto il cuore. Il potersi ritrovare insieme attorno all’altare ci ha fatto sentire ancora di più comunità. È vero che la chiesa siamo noi, ma è anche vero che è importante avere un punto di riferimento concreto per la casa di Gesù. Lo diciamo ai bambini a catechismo, ma è realtà anche per gli adulti».
Dal giorno di Pasqua, quindi, la chiesa di Saletto di Vigodarzere è stata riaperta in sicurezza e ora si sta attendendo il nullaosta della sovrintenda dei beni culturali per far partire i lavori, la cui durata dovrebbe assestarsi sui due mesi. «Gli interventi – spiega Antonio Pegoraro, architetto referente col figlio Marco del progetto, nonché membro del consiglio parrocchiale per la gestione economica – riguarderanno la protezione dell’apparato pittorico esistente durante l’esecuzione dei lavori; la rimozione delle cornici pericolanti, dopo averne seguito il calco, e sostituzione con le nuove, il consolidamento dell’estradosso del soffitto che verrà rinforzato e ancorato alla struttura a capriate del tetto».
Dal tragico evento del 9 novembre scorso, il consiglio per la gestione economica si è incontrato una serie di volte confrontandosi con l’ufficio dei beni culturali della diocesi. «È stato fatto un grande lavoro di studio e analisi – sottolinea l’architetto – La cosa più importante è che non sia successo nulla alle persone».

E sono proprio le persone, i parrocchiani, che hanno vissuto questi mesi come un’occasione ulteriore di crescita e cammino per la comunità.
«Abbiamo affrontato questa situazione con disagio ma anche con fede – afferma il parroco, don Leonildo Ragazzo – E l’essere privati della nostra chiesa, il dover chiedere ospitalità, ci ha fatto sentire più uniti tra noi e vicini allo stesso tempo a chi perde la propria casa. Abbiamo toccato con mano la grande generosità e disponibilità delle parrocchie vicine e anche quanto sia importante avere un luogo concreto di riferimento».

La chiesa di mattoni ha quindi un suo perché
«Ci aiuta a concentrarci sul mistero di Dio – continua il parroco – Come comunità ci si sentiva un po’ orfani: quando la chiesa non era aperta non si poteva entrare, anche solo per accendere una candela, farsi il segno della croce, vedere le foto dei bambini nati e battezzati. È stato un disagio grande. “Senza chiesa è così avvilente” mi diceva qualcuno, e altri: “Non avere una chiesa ci fa sentire più poveri”».

Dal giorno di Pasqua la comunità di Saletto di Vigodarzere ha ripreso a celebrare nella propria chiesa e le porte, di nuovo aperte, permettono una visita quotidiana. «Abbiamo però compreso maggiormente – conclude don Ragazzo – che la vera chiesa siamo noi e che nessun ostacolo ci può impedire di ritrovarci insieme per lodare il Signore. Penso che come parrocchia ci ricorderemo per lungo tempo di quest’esperienza, che prima di tutto è diventata un invito a custodire la domenica come giorno del Signore e come giorno della nostra comunità»

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