Selvazzano e Teolo in marcia, nella notte, fino a Monte Berico

L'appuntamento è per la notte di sabato 14 ottobre. L'esperienza, grazie ai gruppi missionari dei vicariati di Selvazzano e Teolo, si ripete già da quattro anni: iniziata come marcia per la pace, ora ha proprio lo scopo di attirare l’attenzione sull’ottobre missionario e sostenere l'impegno della Sma di Feriole.

Selvazzano e Teolo in marcia, nella notte, fino a Monte Berico

La notte porta consiglio, ma anche solidarietà, amicizia e preghiera, oltre a voglia di condivisione e confidenza.
Perché camminando gli uni vicini agli altri, di notte, si crea quel senso di comunione per cui, solo quando fa buio e tutti gli elementi stanno in silenzio, i cuori e le anime possono parlare liberamente o sentirsi liberi di tacere e pregare.

Questa esperienza, grazie ai gruppi missionari dei vicariati di Selvazzano e Teolo, si ripete già da quattro anni: iniziata come marcia per la pace, ora ha proprio lo scopo di attirare l’attenzione sull’ottobre missionario, ovvero su tutte quelle attività di animazione e progetti che la Società missioni africane (Sma), che ha sede a Feriole, promuove per diffondere i valori dell’accoglienza e per mantenere vivo l’ideale missionario.

Animati dallo slogan “In marcia, la messe è molta”, sabato 14 ottobre, poco dopo le 23, i pellegrini si danno appuntamento davanti alla chiesa di Creola (si consiglia di portare la torcia e il giubbetto catarifrangente).
Da qui si incamminano lungo gli argini verso Trambacche e poi, avanti, fino a Cervarese Santa Croce, Montegaldella e Longare, per arrivare, con l’alba, a monte Berico e assistere, infine, alla celebrazione della messa delle 7 in basilica.

«La salita a monte Berico è il momento più intenso e più difficile – spiega un’animatrice missionaria – perché la stanchezza della notte pesa, ma le nostre intenzioni si rinnovano nella preghiera».

Il gruppo di pellegrini condivide l’ideale della Sma che, grazie agli animatori missionari, diffonde nelle chiese locali la conoscenza dell’Africa, e annovera un folto numero di fedelissimi presenti a tutte e quattro le marce.
Quest’anno conta, tra i camminatori della notte, anche chi si è avvicinato a quest’esperienza per curiosità, grazie al passaparola, e si è lasciato coinvolgere dallo spirito di accoglienza e intimità che si vive quando si crede di essere soli e vulnerabili, come quando si cammina al buio nel niente per una trentina di chilometri, ed è proprio adatta «a svegliare - come coglie nel segno la referente vicariale - gli animi addormentati».

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