Sinodo dei giovani, un’esperienza nel cuore del nuovo anno pastorale

Come sta procedendo il sinodo dei giovani? In quanti hanno scelto di aderire? Dopo l’apertura del 3 giugno, che cosa c’è da fare? E verso quale meta sta andando questo cammino condiviso? Per rispondere alle molte domande delle comunità e dei giovani sul sinodo, don Mirco Zoccarato, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale dei giovani, è intervenuto nelle serate di presentazione degli Orientamenti pastorali diocesani 2017-18, Esercizi di fraternità.

Sinodo dei giovani, un’esperienza nel cuore del nuovo anno pastorale

«Il cammino sinodale non ha una meta prefissata – spiega don Mirco – Scopriremo alla fine, dalla voce dei giovani quale sarà l’approdo. La cosa importante in questo momento è che il sinodo rappresenti per molti un bella esperienza di crescita spirituale, un passaggio in cui l’appartenenza alla comunità diocesana possa farsi tangibile. Una chiesa più bella per chi già ne fa parte e più vicina per chi da tempo ha scelto di allontanarsi, ma ha deciso di farsi coinvolgere nel sinodo».

Durante le serate, don Zoccarato ha anche fatto il punto della situazione.

Emerge che sono 647 i giovani iscritti, suddivisi in 177 gruppi.
Le parrocchie coinvolte al momento sono 120 su 459. Cinque gruppi sono nati in tre collegi universitari e due sono composti da seminaristi.

La gran parte dei gruppi (92) è composta da giovani con età compresa tra i 18 e i 25 anni
26 sono gruppi “over 26”, 57 quelli con età mista, e due formati da adulti. Di questi giovani 193 provengono dall’Azione cattolica, 43 dal cammino neocatecumenale, 42 dal mondo scout, 15 da Comunione e liberazione, altri provengono da Focolari, Gifra, Regnum Christi, Sant’Egidio, mentre 45 dichiarano di avere altre appartenenze e 169 nessuna in particolare.

Cittadella è la parrocchia con il numero maggiore di gruppi sinodali: cinque.
Seguono Santa Tecla di Este, Meggiaro, Montegrotto, Santa Giustina in Colle e San Pio X con quattro.

Don Mirco, fino al 31 luglio è il momento di iscrivere il proprio gruppo sinodale.
«Esatto, invito i singoli ragazzi a visitare giova nipadova.it Comprenderanno così che far parte di un gruppo sinodale non significa impegnarsi in molti incontri, e magari doversi spostare a Padova ogni volta. Al contrario: ogni gruppo si ritroverà a casa di uno dei suoi membri per tre serate in compagnia a parlare di sé, della sua fede e del suo rapporto con la chiesa tra coetanei, amici, co-animatori. Alle comunità chiediamo di stimolare i propri giovani a iscriversi e poi a invitare i moderatori a partecipare ai weekend tra settembre e ottobre».

Con giugno il “lavoro” della commissione preparatoria si è concluso. Questi giovani ora coordineranno i weekend per i moderatori e poi entreranno nell’assemblea sinodale. Ma che esperienza è stata la loro?
«Si sono affezionati moltissimo all’idea di sinodo e la loro stessa presenza sta già cambiando qualcosa nella nostra chiesa. Sono molto grati del cammino fatto perché hanno respirato un bel clima di chiesa che ora potrebbe essere condiviso con i moderatori e poi nei gruppi sinodali».

Il sinodo non si rivolge solo a credenti e “appartenenti”.
«Sì, l'invito è proprio che nei gruppi sinodali ci siano anche amici non credenti, atei, di altre confessioni. Proprio perché ci interessa capire, metterci in discussione, confrontarci. Altrimenti se stiamo sempre tra di noi rischiamo di “sapere già tutto” e dire sempre le stesse cose. Abbiamo bisogno dell'altro, che ci venga a dire cosa si vede da fuori del nostro cammino di chiesa».

I nuovi orientamenti pastorali riservano un capitolo specifico al sinodo. Ma come possono le comunità nel loro complesso far tesoro di questa esperienza?
«Nella comunità ci sono gli adulti, gli anziani, i bambini, anche i giovani. Giovani che spesso sono contesi da tutti, ma ci piace pensare che hanno bisogno di essere rispettati nei loro processi di crescita e al tempo stesso valorizzati e ascoltati.

Non dobbiamo “usare” i giovani in base alle esigenze di una comunità, dovremmo proprio metterci ad ascoltarli sul serio. E questo spazio del sinodo vuole essere proprio un modo per sentire cosa hanno da dire e farlo come comunità adulta.

Non a caso è previsto anche uno spazio per gli adulti, attraverso una proposta di gruppi sinodali di adulti, invitati a mettersi a confronto su alcune domande simili a quelle dei giovani. E soprattutto le comunità sono chiamate a pregare per il sinodo, magari nelle preghiere dei fedeli durante l’eucaristia domenicale».

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