Tante culture, una sola fede. È la festa dell'incontro

Sarà davvero un incontro “mondiale” quello organizzato dalla pastorale diocesana dei migranti per il pomeriggio di domenica 5 ottobre. La parrocchia di Terranegra, dalle 14, si trasforma, infatti, in luogo di festa per quanti non sono italiani d’origine, ma vivono, chi da più chi da meno tempo, nei nostri territori. Africani, indiani, brasiliani, cinesi... Le etnie sono davvero tante e diverse, ma il denominatore comune è l’unica fede. Cristiana e cattolica. 

Tante culture, una sola fede. È la festa dell'incontro

«In questo tempo di crisi e di difficoltà – spiega don Elia Ferro, delegato diocesano per la pastorale dei migranti e parroco al Tempio della pace – l’edizione 2014 della “Festa dell’incontro” è proprio un semplice trovarsi e ritrovarsi per conoscerci, riconoscerci e riprendere il cammino insieme. Le precarie condizioni economiche portano le persone a spostarsi in continuazione: c’è chi è costretto a ritornare a casa, chi deve lasciare l’Italia per un altro paese europeo. Anche le figure religiose di riferimento stanno cambiando: quest’anno la pastorale dei migranti si trova con sei sacerdoti e suore cambiati su tredici. Questo chiede di ricominciare un cammino e ripartire, nelle relazioni, nei legami creati, nell’azione pastorale avviata».
La popolazione che si sta rinnovando di più è quella africana. «I nigeriani si spostano in Inghilterra o in America, a New York – racconta don Ferro – La comunità dei brasiliani invece vive un forte ridimensionamento dovuto alla ripresa industriale del paese sudamericano: molti rientrano a casa e forti delle competenze professionali acquisite trovano lavoro. Gli asiatici stessi si stanno rimettendo in moto. Vedo una “diaspora” in Europa verso le nazioni d’origine. In questo senso il mondo dei migranti è rivelatore di situazioni interessanti che vanno capite anche al di fuori dei propri confini e che influenzano il territorio dove si trovano a vivere».

Sono 11 attualmente le comunità cattoliche di immigrati presenti a Padova: africani francofoni e angolofoni, cinesi, croati, filippini, ispano-americani, polacchi, romeni di rito romano cattolico, romeni di rito bizantino greco cattolico, srilankesi, ucraini di rito bizantino greco cattolico. Ogni comunità ha un sacerdote conterraneo di riferimento e una chiesa dove svolgere le proprie celebrazioni in lingua, come i momenti di catechesi e di gruppo.

Gli altri appuntamenti dell'anno
Alla festa dell’incontro del 5 ottobre seguiranno altri appuntamenti per le comunità etniche cattoliche: “Note di Natale da tutto il mondo”, domenica 14 dicembre alle 15 nel Tempio della pace; la “Festa delle genti” dalle 10.30 del 6 gennaio, sempre al Tempio della pace; la giornata mondiale per le migrazioni, il 19 gennaio, in ogni parrocchia; a maggio le feste dei popoli a Conselve, Padova, San Giorgio delle Pertiche, Thiene, Vigonza, e “Migranti nella tredicina di sant’Antonio”, domenica 8 giugno alle 12.15 presso la basilica del Santo.

L'impegno accanto agli emigrati italiani
Parallela all’attenzione e cura nei confronti di queste 11 comunità, la pastorale dei migranti cammina anche a fianco della comunità dei circensi e dei rom sinti. E non si dimentica dei tanti italiani emigrati all’estero: in Germania con la presenza di don Fernando Lorenzi, coadiuvato da una laica, a Wuppental; in Canada, a Ontario, con don Siro Lunardon e a Lugano con don Francesco Sandrin.

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