Una consulta per le aggregazioni laicali

Si chiama consulta delle aggregazioni laicali ed è uno degli organismi di comunione della diocesi. Si rinnova in continuazione, con il rinnovarsi dei delegati di 54 aggregazioni laicali, associazioni e movimenti riconosciuti dalla Chiesa universale o approvate a livello locale. «La nostra priorità – osserva il presidente Egidio Franco – è crescere nella comunione, sia con la chiesa locale che tra aggregazioni. Il rischio è quello di non riuscire sempre a mettere a disposizione degli altri il proprio carisma. Rispetto a 20 o 25 anni fa di strada ne è stata fatta tantissima proprio grazie alla consulta».

Una consulta per le aggregazioni laicali

Tutti insieme, con carismi, finalità e modalità diverse, ma insieme, per amore della stessa chiesa diocesana.

Si chiama Consulta delle aggregazioni laicali ed è uno degli organismi di comunione della diocesi. Si rinnova in continuazione, con il rinnovarsi dei delegati di 54 aggregazioni laicali, associazioni e movimenti riconosciuti dalla chiesa universale o approvate a livello locale.

«Il fine della consulta – spiega il presidente Egidio Franco, proveniente dal Movimento dei Focolari – è favorire la conoscenza, lo scambio, la crescita della fraternità tra le varie aggregazioni e dall’altro offrire al cammino pastorale di tutta la diocesi il contributo specifico delle aggregazioni che fanno parte della Consulta».

La Consulta ha una sua presidenza, che viene rinnovata ogni cinque anni in occasione dell’elezione degli organismi di comunione. L’attuale presidenza si è insediata nel 2013 e scadrà nel 2018. Ci si riunisce in media cinque volte l’anno: il prossimo incontro sarà mercoledì 25 gennaio in sala Ramin presso il Collegio Barbarigo.

«Cerchiamo di esercitare il dono del consiglio e quindi di donare alla chiesa locale il frutto della nostra riflessione – racconta Egidio Franco – non siamo un organismo deliberante, ma consultivo e di questo siamo contenti, perché ciò ci permette molta libertà. Non avere “poteri” è stimolante perché così la consulta esiste se è viva, se c’è insomma vita spirituale e fraterna».

In questi mesi all’esame degli oltre cinquanta componenti della Consulta – e dunque di riflesso tutte le associazioni e i movimenti in essa rappresentati – l’Evangelii Guadium di Papa Francesco: «Il papa, al convegno di Firenze nel novembre 2015 si era raccomandato che questo documento venisse approfondito. È questo il filo conduttore dei nostri incontri».

Il primo appuntamento, che risale al mese di settembre, è stato dedicato ai giovani, con alcuni reduci dalla Gmg di Cracovia e la presentazione del sinodo da parte del responsabile don Paolo Zaramella, mentre la seconda seduta della Consulta è servita a sviluppare il documento Iuvenescit Ecclesia, pubblicato dalla Congregazione per la dottrina della fede per riflettere sul rapporto tra i carismi, la Chiesa e le istituzioni: per affrontarlo al meglio era presente il teologo don Livio Tonello.

«L’incontro di mercoledì 25 gennaio – prosegue Egidio Franco – sarà focalizzato sulla nuova iniziazione cristiana per vedere, insieme a don Giorgio Bezze dell’Ufficio annuncio e catechesi quale contributo possiamo dare noi aggregazioni a questo processo». Un’ulteriore data fissata in agenda è quella del 15 marzo: «Con noi ci sarà il vescovo Claudio per il nostro incontro annuale, sempre il più atteso e il più importante. Nel 2016 ci ha detto come la chiesa italiana e padovana si trovassero in un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni: “È un momento bello e difficile che non ci lascia tranquilli, un momento di creatività spirituale in cui lasciarsi guidare dallo Spirito per creare altre cose e nuove forme di comunità cristiana”. Da qui ripartiamo».

Il calendario annuale della Consulta si chiude poi a maggio, con l’incontro che servirà a tirare le fila dei mesi appena trascorsi e per lanciarsi verso il nuovo anno pastorale. A queste date si aggiunge, in primavera, il pellegrinaggio di tutte le Consulte delle aggregazioni laicali del Triveneto, ogni anno in una diocesi diversa.

«La nostra priorità resta sempre quella – osserva Egidio Franco – cioè crescere nella comunione, sia con la chiesa locale che tra aggregazioni. È un traguardo che non viene mai raggiunto pienamente, ma verso il quale si cammina sempre. San Paolo ci indicava la via: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”, e “Ciascuno di voi consideri gli altri superiori a se stesso”. Questa è la Consulta, un luogo dove si cresce nell’amore vicendevole anche tra aggregazioni».

Un luogo per imparare a non essere gelosi dei propri doni: «Il rischio è quello di non riuscire sempre a mettere a disposizione degli altri il proprio carisma. Tutti ovviamente custodiscono con amore i carismi ricevuti, ma dato che si tratta di persone molto impegnate, a volte può risultare difficile trovare i giusti equilibri per aprirsi agli altri, così si può incorrere nell’errore di andare avanti vicini, ma non insieme. È vero, però, che le nostre realtà sono realtà belle e che rispetto a 20 o 25 anni fa di strada ne è stata fatta tantissima proprio grazie alla Consulta, realtà poco conosciuta al di fuori dei suoi confini ma che ha dato a tantissimi possibilità di aprirsi e di allargare il suo cuore verso gli altri».

Un incubatore di relazioni e di opportunità nate dallo scambio e dalla conoscenza: «Solo il fatto di incontrarsi permette di scoprire sensibilità simili e far nascere buone azioni. Non capita sempre con tutti ma avviene spesso». 

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