L’epopea del tabacco in Valbrenta

Nell'ambito del cartellone di Operaestate festival, Sandra Mangini e Giuliano Comin ripropongono martedì 15 luglio sulle rive del fiume a Campolongo sul Brenta le storie raccolte in una ricerca di una dozzina d’anni fa.

L’epopea del tabacco in Valbrenta

Un teatro cantore del territorio e dei suoi prodotti, ma senza stucchevoli banalità alla “Mulino bianco”, viene messo in scena quest’anno da “Operaestate festival” che, giunta alla sua 34° edizione, inonda ancora una volta la Pedemontana veneta con 300 serate di danza, musica, lirica, cinema e teatro, per grandi e per piccoli, in 40 città. La rassegna teatrale offre spettacoli evento come la nuovissima Medea di Christa Wolf, che Giuliana Musso porta in scena al teatro al castello Tito Gobbi di Bassano sabato 12 luglio con il titolo "La città ha fondamenta sopra un misfatto".

Ma il filone più curioso è quello del “Teatro dei sapori” che offre narrazioni, cene-spettacolo e opere originali tutte seguite da degustazioni di prodotti tipici. Dopo gli gnocchi de "Il cibo degli angeli" di Mariella Fabris, piazza Europa di Cassola ospita venerdì 11 luglio alle 21 la prima nazionale di "Storie di foreste, di alberi e di olivi" di Marco Artusi. Un viaggio a ritroso nel tempo che unisce storia e tradizione di una coltivazione millenaria che oggi ha trovato nuovo slancio.
Altra prima nazionale martedì 15 in riva al fiume a Campolongo sul Brenta, con "Chiacchiere di contrabbando", anche se Sandra Mangini in questo caso è andata a recuperare un lavoro vecchio di una dozzina d’anni, eseguito sempre per conto del festival bassanese e poi mai più ripreso.
«Lo spettacolo – spiega l’attrice autrice – è nato da una ricerca sul campo, condotta incontrando alcuni testimoni e studiando quanto era stato scritto sulla coltivazione del tabacco e sul contrabbando delle preziose foglie che costituivano, l’una e l’altra, una preziosa risorsa per la Valbrenta. Ne abbiamo ricavato due storie che si intrecciano e si sostengono a vicenda: quella di Angelina, la coltivatrice di tabacco, che racconta tutte le fasi della lavorazione della pianta nei terrazzamenti alpini; e quella di Menego, il contrabbandiere, che si appassiona nella rievocazione dei viaggi clandestini lungo i sentieri nascosti, per passaggi impervi, sempre con l’incombente minaccia dei finanzieri».

Ne esce un discorso “affettuoso” che rievoca, con l’intonazione del cantastorie, un sapore perduto insieme alla cura con cui erano accudite queste foglie che “valevano più dell’oro” e che per questo erano controllate minuziosamente dallo spietato monopolio statale. Il ricavato del raccolto e della lavorazione era parte integrante dell’economia valligiana perché serviva a pagare i debiti accumulati nell’arco del lungo inverno.
«L’emozione – confessa Sandra Mangini, che interpreta lo spettacolo insieme a Giuliano Comin – è quella di riportare la memoria proprio al pubblico che l’ha vissuta, con attenzione ai gesti e alla lingua di quel parlato ruvido e succoso, dall’andamento evocativo. Abbiamo risuscitato storie profondamente umane e vere, ma anche intrise di un senso magico che affascina, di valore universale ma anche profondamente radicato in queste rocce, in questi alberi, in queste acque. Anche il fumo diventa un rito sociale che oggi è andato smarrito. Peccato, aggiungiamo noi, che nessuno avesse detto che faceva morire».
Chiacchiere di contrabbando sarà intervallato da tre canzoni a voce sola della tradizione veneta e seguito da una degustazione di “Tabacco, grappa e cioccolato... piccoli piaceri del palato”.

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