Nel cortile di palazzo Moroni, le note dei giovani cori padovani

La 37a rassegna dei cori padovani organizzata dalla consulta di Padova dell'Asac dà spazo quest'anno a tre cori giovanili e altrettanti di voci bianche a testimonianza del rinnovamento che caratterizza il movimento.

Nel cortile di palazzo Moroni, le note dei giovani cori padovani

È il nuovo che avanza il protagonista della 37a rassegna dei cori padovani organizzata dalla consulta di Padova dell'Associazione per lo sviluppo delle attività corali – Asac del Veneto.

La manifestazione, ospitata come di consueto nel cortile di palazzo Moroni (al Musme in caso di pioggia), prende il via sabato 10 giugno alle 20.45 con l'esibizione di tre cori di voci bianche: il Cesare Pollini di Padova diretto da Marina Malavasi, l'Amazing children's choir di Este diretto da Marica Fasolato e l'Ardigò, dell'omonimo istituto comprensivo cittadino, diretto da Nicola Rampazzo.
Domenica 11 (inizio anticipato alle 20.30) cantano tre cori giovanili, tutti di Padova: PopChords diretto da Mattia Nicchio, Astronote diretto da Giuseppe Murineddu (nella foto), Note Innate diretto da Chiara Dalle Nogare.

Nata sull'onda del festival internazionale che si teneva in piazza dei Signori, per dare visibilità anche alle formazioni locali, la rassegna vuole testimoniare con l'edizione 2017 proprio la crescita dei nostri cori giovanili.
«Si tratta di un fenomeno che negli ultimi anni si è consolidato non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo, apportando significative novità sotto il profilo della proposta repertoriale» osserva Pierluigi Galeazzo, consigliere regionale Asac in rappresentanza della consulta di Padova.

In città e provincia per lungo tempo l'attività corale è stata appannaggio di compagini polifoniche specializzate nel genere sacro, operistico e popolare, e di cori maschili di grande storia e tradizione – su tutti i vari Lavaredo, Tre pini, La Valle e del Cai – sinonimo di canto di montagna portato ai più alti livelli.

Di recente, invece, sono nati diversi gruppi giovanili che, senza rinnegare del tutto la musica del passato, popolare o classica che sia, propongono prevalentemente brani pop, con arrangiamenti e armonizzazioni dei più grandi successi internazionali, e gospel, un genere ormai ampiamente condito in salsa veneta.

«Questo ricambio generazionale deve essere visto come un normale adeguamento ai tempi e ai gusti di oggi. Il “vecchio” canto popolare non trova più un grande riscontro tra i giovani, spesso perché, banalmente, lo conoscono poco. Inoltre per tanti ragazzi è più facile e naturale unire le forze con altri coetanei piuttosto che inserirsi in un contesto di persone più anziane. Rimane il fatto, assai positivo, che ancora oggi ci sono molti giovani che in un coro trovano lo strumento attraverso cui realizzare i loro bisogni di aggregazione, socialità ed espressione artistica».

Le formazioni invitate alla rassegna non esauriscono certo il variegato panorama della coralità giovanile padovana ma ne rappresentano bene il fermento.
Pop chords è nato pochi mesi fa dall'unione di due gruppi preesistenti, Astronote si è formato in ambito universitario, Note innate è nato come coro parrocchiale e oggi conta sessanta elementi.
E c'è da scommettere che un'ulteriore evoluzione repertoriale e nell'approccio arriverà, tra qualche anno, dai bambini che oggi cantano nei cori di voci bianche sparsi per la provincia.

Anche in questo caso la serata del 10 giugno offre un assaggio di un movimento di più ampie proporzioni.
«Sostenere lo sviluppo di queste realtà è sempre stata una delle priorità dell'Asac – spiega Galeazzo – In passato abbiamo organizzato concorsi e festival per cori scolastici, ora puntiamo su un programma di formazione dei direttori a livello regionale. Per noi è fondamentale continuare a dare impulso alla pratica corale fin da giovanissimi, affinché i bimbi crescano accompagnati dalla voglia, dalla capacità e dal piacere di cantare insieme».

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