Un museo guida alle sorgenti del papa del sorriso

Il segretario di stato vaticano Pietro Parolin aprirà il 26 agosto la nuova sede museale dedicata a papa Luciani che è stata ricavata nell’antico municipio di Canale d’Agordo. Documenti, oggetti e filmati creeranno un’atmosfera calda ed emotivamente coinvolgente. Nei quattro piani del palazzo si passa dalla storia della valle del Biois fino alla ricostruzione ambientale del conclave del 1978 e ai momenti più toccanti del breve pontificato.

Un museo guida alle sorgenti del papa del sorriso

Venerdì 26 agosto la messa che sarà celebrata come al solito alle ore 16.30 a Canale d’Agordo per ricordare l’anniversario della salita al soglio pontificio nel 1978 di Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I, sarà particolarmente solenne.
A presiedere la celebrazione sarà il cardinale Pietro Parolin, segretario di stato vaticano, nell’ambito dell’inaugurazione del nuovo museo Albino Luciani (Musal). La celebrazione eucaristica allestita nella piazza principale del paese, davanti alla chiesa arcipretale di San Giovanni Battista, sarà concelebrata dal nuovo vescovo mons. Renato Marangoni e dal vescovo emerito mons. Giuseppe Andrich.
Sempre nell’ambito dell’inaugurazione del nuovo museo, giovedì 25 agosto alle ore 18, nella sala conferenze del Musal, sarà presentato alla presenza di mons. Parolin, che ne ha redatto la prefazione, il numero speciale della rivista Le Tre Venezie intitolato “Giovanni Paolo I. Albino Luciani, un papa attuale”.

Il museo, fortemente voluto dal comune di Canale d’Agordo e dalla fondazione Papa Luciani, ha sede in un antico palazzo che sorge accanto alla chiesa.
Il progetto di allestimento è stato studiato dall’architetto Marino Baldin affiancato da Loris Serafini, curatore scientifico del museo, e si propone di far conoscere la vita, la formazione e l’insegnamento di papa Giovanni Paolo I, descrivendone la profonda preparazione culturale, l’attenzione verso i bisognosi, la semplicità, l’umiltà, la trasparenza dell’operato e la grande sensibilità pastorale.

«Per riuscire a raccontare la vita – dichiarano Marino Baldin e Loris Serafini – e il percorso culturale e religioso del pontefice e per trasmettere i valori e le opere che lo hanno reso così profondamente amato da tutti, abbiamo voluto creare un’atmosfera calda e vibrante, grazie allo studio di un percorso che non fosse esclusivamente scientifico e didattico, con documenti e oggetti di vario genere, ma che fosse anche emotivamente coinvolgente con filmati e audio che ripropongono la voce di Albino Luciani in un’esperienza sensoriale innovativa».

Il museo si sviluppa su tutti i quattro piani del palazzo.
Nelle due stanze del seminterrato il progetto museale illustra la storia e il tessuto culturale della valle del Biois, presentando anche la vita di altre importanti personalità.
Nella prima stanza viene descritta la storia della Pieve di Canale, il centro principale della vallata, nonché l’unica parrocchia di un tempo.
La seconda è invece dedicata ad alcuni illustri personaggi che nel tempo si sono distinti in campo artistico, culturale e religioso.
Ad articolare i tre ambienti del primo piano sono la storia di Canale d’Agordo e la vita di Albino Luciani nel suo paese natale, dall’infanzia fino alla sua ordinazione sacerdotale.
Nella prima stanza viene illustrata l’opera pastorale dei parroci don Antonio Della Lucia e don Filippo Carli, due punti di riferimento per il giovane Albino.
La seconda e la terza stanza sono riservate al periodo degli studi fino alla consacrazione di Luciani e al periodo che trascorse nella diocesi di Belluno.
Nel primo ambiente del secondo piano vengono raccontati gli 11 anni di episcopato nella diocesi di Vittorio Veneto, con l’esperienza del concilio Vaticano II, e i nove anni trascorsi da Luciani a Venezia come patriarca, con la nomina a cardinale avvenuta nel 1973.

In un piccolo locale è ospitata la ricostruzione ambientale del Conclave del 1978 che lo vide salire al soglio di Pietro e nell’ultima stanza rivive il pontificato di Giovanni Paolo I con tutti i suoi momenti più toccanti, fino alle testimonianze di devozione dei fedeli, che lo ricordano sempre con affetto.

Maggiori informazioni in: www.fondazionepapaluciani.it

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