Film, tv, riviste. Anche così si fa strada la fede

Credo che molti di noi abbiamo avuto modo di vedere o per lo meno seguire le vicende del film Silence di Martin Scorsese. Una storia ambientata nel Giappone del 17° secolo che presenta la vicenda delle missioni gesuite nel periodo cruento delle persecuzioni.

Film, tv, riviste. Anche così si fa strada la fede

Sebbene la storia sia derivata da un romanzo di Shusako Endo, scava in vicende realmente accadute e che hanno fatto riflettere molto sul senso e metodo dell’opera missionaria. Consiglio la visione di tale film e soprattutto raccomando un dibattito serio e profondo.

Lo stesso Martin Scorsese ha voluto girare il film con una estrema serietà, quasi un suo percorso di fede; gli attori si sono preparati spiritualmente, hanno fatto gli esercizi spirituali ignaziani per entrare nella spiritualità missionaria e nessuno ha ricevuto denaro. Molti gesuiti si sono prestati come consulenti storici, geografici, liturgici. Grazie a un mio amico e confratello, padre Emilio Zanetti, che lavora a Taiwan, dove é stato girato completamente il film, ho avuto modo di conoscere il grande lavoro apostolico tramite i mezzi di comunicazione sociale.

A Taipei esiste un canale televisivo di ispirazione gesuita che sta letteralmente guadagnando la stima delle maggiori reti continentali. L’avventura mediatica, tuttora sostenuta da benefattori privati, parrocchie e gruppi giovanili, ha prodotto da alcuni anni del materiale di qualità che ha raggiunto i canali pubblici cinesi e non solo.

Il docu-film su Giuseppe Castiglione, pittore gesuita milanese (1688-1766), diventato uno dei più grandi e dei più ammirati nella storia dell’arte cinese, è stato visto da 360 milioni di cinesi ed è stato trasmesso in vari stati, Italia compresa. La serie di 13 puntate sulla figura, attività e pensiero di papa Francesco sta per essere esportata nel continente asiatico dopo l’incredibile successo in patria. Una delle curatrici del docu-film, assolutamente estranea alla fede cattolica, ha ricevuto il battesimo a conseguenza della sua “scoperta” della chiesa.

Altri programmi di successo si stanno susseguendo presso il Kuangchi program service (così si chiama il canale). Merita una menzione il programma domenicale "Oh my God!", giunto alla terza stagione, che presenta le attività delle varie congregazioni e comunità in Taiwan. Sono tuttora in contatto con padre Zanetti che mi aggiorna sui progetti ancora nel cassetto.

Non nasconde il sogno di mettere nuovamente in onda un’opera sulla figura di padre Matteo Ricci, magari in coincidenza con il percorso canonico di beatificazione che si auspica da tempo. La riflessione mi porta ora a considerare uno degli aspetti strategici dell’opera missionaria: la comunicazione (tramite stampa, video, radio, internet, etc..). Gli anni passati hanno visto una schiera di “zelatrici apostoliche” che diffondevano la cosiddetta “buona stampa”. Sono state accompagnate da una feconda produzione di riviste, video, bollettini da parte delle congregazioni missionarie. Questa campagna informativa ha dato i suoi frutti: ha avvicinato culture, esperienze, problematiche e successi.

Ha stimolato anche vocazioni missionarie. Grazie a Dio l’arte di comunicare si è gradualmente qualificata, e non solo per la parte grafica. Si era convinti che la conoscenza dell’altro arricchiva la propria fede e dava la possibilità a molte persone di venire in contatto con la figura di Gesù, la sua proposta e il suo sogno. Specie in Asia, dove il numero del personale apostolico è estremamente ridotto, si sente il bisogno di avere canali comunicativi con la gente. Resta pur vero che l’annuncio migliore è quello che passa da persona a persona, tramite contatto personale, ma le vicende di cui parlavo sopra mi convincono ancora sulla necessità di alcuni strumenti. Mi piace pensare che nelle famiglie, dopo aver visto un film fatto bene sui cristiani, sorgeranno domande nei giovani e dialoghi tra adulti. So che si sta vivendo un tempo di crisi editoriale, di sfiducia nei mezzi di comunicazione (conseguenza di una produzione sempre più banale e sciatta) eppure credo che sostenere economicamente e fare circolare messaggi positivi, di fede e di coraggio sia di grande aiuto in queste terre martoriate.

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