La Difesa in Casa Pio X. Al cuore della nostra chiesa

Da questa settimana la Difesa del popolo ha un nuovo indirizzo. Lasciata la sede di via Cernaia alla Sacra Famiglia, ci trovate in via Vescovado 29, al terzo (redazione) e quarto piano (amministrazione e abbonamenti) di Casa Pio X, l’edificio di fronte alla Curia vescovile che ospita numerosi uffici pastorali e alcune realtà storiche dell’associazionismo cattolico padovano.
Il trasloco è per noi un ottimo stimolo a riflettere, evitando il rischio di andare avanti per inerzia, perché “così si è sempre fatto”. Cosa può e deve significare il settimanale diocesano oggi, in questo tempo così diverso dal passato? A chi deve parlare? Di cosa deve occuparsi?

La Difesa in Casa Pio X. Al cuore della nostra chiesa

A chi non c’era ancora, parrà difficile persino crederci. Ma anche a noi che c’eravamo, tornare indietro con la memoria al 1997 provoca un inevitabile senso di smarrimento.
Mai la storia dei mezzi di comunicazione è andata così veloce come in questi vent’anni, al punto da rendere irriconoscibile l’intero scenario che abbiamo abitato da giovani, fossimo “produttori” o semplicemente “consumatori” d’informazione.
La nuova sede della Difesa diventa così anche una buona occasione per volgere lo sguardo all’indietro, prima di indirizzarlo nuovamente in avanti.

1997
Nell’anno del trasloco in via Cernaia, l’informazione vive ancora di carta stampata, con tirature doppie e spesso triple rispetto a oggi, e del duopolio Rai-Fininvest in televisione. Lì si “fa opinione”, lì si condiziona il dibattito politico, lì sono impegnati tutti i potentati economico-finanziari. I computer sono in gran parte macchine da lavoro, internet nell’immaginario collettivo è ancora un universo popolato da scienziati e giovanotti strani, astruso e sostanzialmente pericoloso. Le città sono piene di cabine telefoniche, qualcuno ha il cellulare ma ad usarlo costa un’esagerazione. Suoni e immagini si registrano su pellicola e i film si guardano a cinema.

2007
Mentre la Difesa festeggia i suoi 100 anni, lo sbarco dell’Iphone è “la novità” che cambia tutte le regole del gioco. Non che non ci fossero già apparecchi capaci di farti usare internet al bar, ma è con la creatura di Steve Jobs che il mondo entra davvero nell’era digitale. Poi, da quel momento, nulla sarà più come prima. Nei dieci anni che ci separano da allora abbiamo conosciuto la tv digitale, i giornali da sfogliare sul tablet, Facebook e i social network, le straordinarie opportunità (e come sempre accade, i grandi limiti e i rischi) del mondo “sempre connesso”.

2017

Che la Difesa cambi sede non è notizia destinata a restare negli annali del giornalismo (non abbiamo questa presunzione) ma è per noi un ottimo stimolo a riflettere, evitando il rischio di andare avanti per inerzia, perché “così si è sempre fatto”.
Mentre lo scrivo, penso che vale ugualmente per la nostra chiesa… ma il discorso si farebbe troppo vasto e arduo. Restiamo a noi: cosa può e deve significare il settimanale diocesano oggi, in questo tempo così diverso dal passato? A chi deve parlare? Di cosa deve occuparsi?

La nuova sede non rappresenta solo un cambio fisico di luogo ma è figlia di un’idea precisa, che passo passo va prendendo corpo.
Al suo centro ha la consapevolezza che dobbiamo riannodare tanti cammini in una unica strategia, che ci consenta di incontrare le persone – e far incontrare loro la bellezza del vangelo – quale che sia lo strumento che prediligono. Internet, i social network, la radio, il settimanale diocesano, la rivista di spiritualità… sono tante strade da coordinare, perché si rafforzino a vicenda, e insieme sappiano proporre il messaggio che ci sta a cuore.
Ma ci sono anche i giornali e le televisioni locali, che dobbiamo aiutare a conoscere davvero la nostra chiesa per raccontarla in maniera obiettiva; c’è il grande lavoro di educazione all’uso e alla cultura dei media in cui le nostre comunità parrocchiali possono avere un ruolo prezioso.
Le sfide sono tante, e vanno affrontate insieme. Ecco perché d’ora in poi ci troverete accanto all’ufficio per la pastorale della comunicazione e all’ufficio stampa, tutti parte del medesimo progetto.

La sfida del cambiamento non ci fa paura. D’altronde già oggi dire “Difesa” significa tante cose: un giornale settimanale che racconta la vita della diocesi e aiuta ad approfondire i grandi temi che la vita del paese ci propone; un sito internet costantemente aggiornato e attento anche alla dimensione globale dei problemi; un inserto mensile, APPunti, di carattere monografico; un archivio da riscoprire e valorizzare, come stiamo facendo con le pagine di 100 anni fa dedicate alla prima guerra mondiale; eventi culturali nel territorio; la voce dei nostri giornalisti anche su BluradioVeneto.

Cambieremo ancora, perché il mondo cambia. In che modo, in quale direzione, ci piacerebbe pensarlo anche assieme a voi.
Immaginando il giorno di questo trasloco, con la redazione accarezzavamo un’idea che equivale a un invito rivolto a tutti, parroci, associazioni, religiosi, lettori: il giovedì mattina, pensiamo il nuovo numero della Difesa. Perché non venite a “disegnarlo” assieme a noi?
Dateci buone idee, regalateci un frammento della vostra esperienza, diteci dove posare i nostri occhi. Al cuore di un giornale – e vorrei dire al cuore della nostra stessa chiesa – non ci sono i giornalisti o il direttore. Ci siete voi, le vostre comunità, i vostri cammini umani e di fede. Condividiamoli: saremo tutti più ricchi. E più attrezzati ad affrontare le novità che il futuro ha in serbo per noi.

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