Siamo senz'acqua. Ora ne scopriamo il valore...

Quest’anno si è giunti a una svolta epocale: quello che si temeva è iniziato, con la “guerra per l’acqua”. Roma insegna, ma tante altre località hanno subito la medesima sorte, con il futuro che non promette niente di buono. Ma c’è un lato “educativo” che dovrebbe – ma il condizionale è tristemente d’obbligo – indurci a riflettere su alcune nostre dissennate abitudini, derivate dall’abitudine allo spreco cui partecipiamo tutti.È bene quindi, che si rimanga senz’acqua per capirne il valore?

Siamo senz'acqua. Ora ne scopriamo il valore...

Sono stati scritti memorabili manuali sull’essenzialità delle cose, con filosofi, santi e pensatori, che si sono profusi in memorabili ammonimenti rimembrandoci come “l’essenziale sia invisibile agli occhi”.
Il risultato è che di quell’essenzialità declamata, non sappiamo ancora coglierne l’essenza, travolti come siamo dal superfluo, che è superficie delle cose e superficialità nostra. Tema questo poco vacanziero.
Eppure, l’estate – e sottolineo questa estate – ci sta danzo una severa lezione sull’essenzialità stessa d’ogni cosa. Alcuni esempi pratici: per antonomasia, l’estate rimane la stagione della spensieratezza, delle vacanze e relax.
Così che nei luoghi di villeggiatura che raggiungiamo, abbandoniamo sotto questo clima di pacificazione buona parte delle nostre diffidenze urbane. Una tregua al nostro individualismo. Così, spontaneamente, iniziamo col salutare gli sconosciuti lungo i sentieri. Stringiamo rapporti con i vicini d’ombrellone e formuliamo inviti a cena con quelli della roulotte a fianco. Insomma, trattiamo il vicino in maniera diametralmente opposta di come - spesso - ci comportiamo quando siamo a casa nostra.
In vacanza quindi ci si spoglia facilmente dagli orpelli quotidiani, alleggerendoci a partire dai vestiti, fino al mangiare stesso.

D'estate tutto diviene per praticità “essenziale”, con la semplicità che diventa regina del buon costume.
Una fetta d’anguria fresca consumata in compagnia, come il sorso d’acqua di sorgente montana diventano simboli di felicità. Una riflessione però è doverosa farla per questa estate bollente. Con il termometro che ripetutamente sfiora i 40°, ci basta un refolo di vento per farci assaporare tutto il piacere del momento. Sudati come siamo, è sufficiente un bicchiere d’acqua fresca per farci esclamare: “Che bontà!”. E che dire delle serate tra amici, trascorse sotto gli alberi del giardino al lume di candela che diventano l’essenza stessa dei ricordi fino all’estate prossima.

C’è però un’altra “essenza”, la più drammatica e preoccupante per l’avvenire nostro: l’emergenza acqua.

Quest’anno si è giunti ad una svolta epocale: quello che si temeva è iniziato, con la “guerra per l’acqua”. Roma insegna, ma tante altre località hanno subito la medesima sorte, con il futuro che non promette niente di buono. Ma c’è un lato “educativo” che dovrebbe – ma il condizionale è tristemente d’obbligo – indurci a riflettere su alcune nostre dissennate abitudini, derivate dall’abitudine allo spreco cui partecipiamo tutti. E’ bene quindi, che si rimanga senz’acqua per capirne il suo valore? Comprendere che parliamo di una risorsa limitata e preziosa? Che se di “essenziale” parliamo, l’acqua è vitale per tutti?

Che è inutile lamentarci se poi sprechiamo questa risorsa: dallo sciacquone del bagno, alla vasca, al lavaggio dei denti, dei piatti, della lavastoviglie, del lavaggio dell’auto, dell’irrigazione dell’orto o giardino. Fino alla produzione di un paio di jeans che necessitano 6.800  litri d’acqua; 15.300 litri  invece servono per  una fiorentina che finisce nel nostro piatto; 120 litri per produrre un bicchiere di vino e 70 litri di acqua per una sola mela.

E ci lamentiamo che restiamo senz’acqua?
I segnali di questa “guerra” ci sono tutti, peccato solo che l’essenza della questione, cioè il nostro modello di sviluppo, viene costantemente rinviato. Ah, ma siamo in vacanza per rispondere! Facciamo allora un’ultima domanda: le estati che seguiranno, saranno ancora “essenziali” come questa?

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Parole chiave: emergenza-idrica (1), crisi-idrica (1), acqua (15), siccità (10), spreco (12), sobrietà (5)