La parola del Papa

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Nel quarto discorso rivolto alla diocesi di Roma, Papa Francesco chiede di "uscire dalle dichiarazioni di principio per addentrarci nel cuore palpitante dei quartieri". No alla "logica separatista" e alla "pastorale dei ghetti", sì alla Chiesa Madre  capace di "assumere la logica della compassione", senza giudicare  e condannare. "Accogliere, accompagnare, discernere, integrare" i verbi-chiave.

Rafforzare l’impegno della Chiesa a tutela dei minori è l’obiettivo del Motu proprio “Come una madre amorevole” diffuso da Papa Francesco. Nel documento il Pontefice stabilisce che tra le “cause gravi”  già previste dal Diritto canonico per la rimozione dall’ufficio ecclesiastico di vescovi, eparchi e superiori maggiori, va compresa anche la loro “negligenza” relativamente ai “casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili”.

Al centro della catechesi del mercoledì, davanti a 28 mila fedeli, la parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro, da cui emerge il "grido silenzioso" dei poveri in un mondo in cui "immense ricchezze sono nelle mani di pochi" . "Ignorare il povero è disprezzare Dio", la lezione.

Papa Francesco ha aperto la 69ª assemblea generale dei vescovi italiani, dedicata al “rinnovamento del clero”, invitando a porsi in ascolto di “qualcuno dei tanti parroci che si spendono nelle nostre comunità”. Non, dunque, “una riflessione sistematica sulla figura del sacerdote”, ma tre domande che scaturiscono dal volto di un parroco e indicano la “triplice appartenenza al Signore, alla Chiesa, al Regno”

500 anni fa la Riforma di Lutero cambiò per sempre la storia. Intervista alla vescova luterana Margot Kässmann, ambasciatrice per l’Anno luterano della Chiesa evangelica di Germania: "La Chiesa e la società hanno continuamente bisogno di essere riformate. Se guardiamo papa Francesco, lui oggi sta riformando la Chiesa cattolica" e "quello che fa, i gesti che compie in un mondo secolarizzato che ha escluso Dio da sé, sono la testimonianza di cosa significa essere cristiani oggi”.

“I Paesi più poveri dell’Africa, quelli sub-sahariani, e le aree più dimenticate, ‘l’ultimo miglio’ dei sistemi sanitari, sono le periferie geografiche nelle quali il Signore vi manda ad essere buoni samaritani, ad uscire incontro al povero Lazzaro, attraversando la ‘porta’ che conduce dal primo al terzo mondo. Questa è la vostra porta santa”. Così papa Francesco si è rivolto al “popolo” del Cuamm, ricevuto in udienza nell’Aula Paolo VI, in Vaticano.

Conferito a Francesco il Premio Carlo Magno 2016 davanti alle più alte cariche dell'Unione europea.
Nel suo discorso, un vero "trattato", Bergoglio usa soprattutto due verbi - "osare" e "sognare" -  e auspica un "nuovo umanesimo europeo", all'insegna di tre altri verbi: "integrare, dialogare e generare".

"Ricordo ora la famosa frase: ‘è l’ora dei laici’... ma sembra che l’orologio si sia fermato. Guardare al Popolo di Dio è ricordare che tutti facciamo il nostro ingresso nella Chiesa come laici". In una lettera papa Francesco torna a ribadire l'autentico ruolo dei vescovi e dei sacerdoti, ricorda il valore della libertà dei credenti nell'impegno sociopolitico e mette in guardia da risorgenti tentazioni clericali.

Al centro della catechesi dell'udienza "lo zelante dottore della legge" e "l'anonima donna peccatrice".  Alla fine dell'udienza, un nuovo appello per la pace in Ucraina e per la colletta umanitaria di domenica prossima in tutte le Chiese d'Europa.