Il maiale volante e altre curiose, impensabili storie

Il libro di Paolo Trovato incuriosisce non poco: dallo zio Pino che spedisce una cartolina di Domegge di Cadore da Parigi alla nonna Anna, istriana d'origine, e ben distante da quella di Cappuccetto Rosso. In fin dei conti, il maiale volante del titolo non è il solo elemento che spinge alla lettura.  

Il maiale volante e altre curiose, impensabili storie

C’è un maiale volante… nella copertina del libro di Paolo Trovato. È, per la precisione, Il maiale volante di Formignana. Che, in questo volumetto, si accompagna ad “altri barlumi”, come recita il titolo.

Paolo Trovato è nato a San Donà di Piave («un paesone del Veneto» si legge nella quarta di copertina) nel 1952. Dal novembre 1994 è professore ordinario di storia della lingua italiana all’università di Ferrara, città dove vive.

Tra i numerosi lavori pubblicati “a causa” della sua professione – tra libri e articoli – Trovato raccoglie in questo libricino brevi racconti che fanno parte della sua storia. Quasi scatti fotografici di persone e vicende d’altri tempi: dal trapassato remoto al passato prossimo (da cui “giunge” il maiale volante del titolo), guardando al passato remoto.

Ecco che nel trapassato remoto ci sono i nonni… ma soprattutto le nonne: una siciliana (quella paterna, che nel 1920 predisse il viaggio dell’uomo sulla luna) e l’altra istriana (trasferitasi a Venezia, che acquistava caffè di contrabbando). Ci sono poi i brevi ritratti di Latte (un invalido di guerra), Radicio (un pescivendolo ambulante), Acqua, Pony e Baini (tre nickname, soprannomi, si direbbe oggi), il bandito M., marchesi navigatori e conti poeti.

Il passato remoto si apre con i saluti da Domegge, che lo zio Pino inviò… da Parigi (originale!); ci si sposta poi a Baden Baden, in Germania, per conoscere l’inglese Andrew; stessa location per la «storia stramba» di Carla e Mario; e poi, per concludere questo tratto di passato remoto, l’autore ci porta in Olanda tra digressioni sui gelatai, sui campionati di calcio e sulla Unilever.

L’ultima parte del volumetto “scivola” velocemente verso il maiale volante di Formignana (lo attendete anche voi?). Prima però si sofferma su Fiamma, musicologa, e un suo alunno non propriamente preparato; sulle suocere (due) di Paolo Trovato; sulla moglie Bea; sui… ghiaccioli argentini. E poi si arriva a pagina 61: «Questa storia me l’ha raccontata un prete, anzi non un prete qualsiasi, un parroco. Io l’ho quasi solo trascritta». È, finalmente, la storia del maiale volante.

Paolo Trovato, Il maiale volante, Webster press, pp. 70, euro 7,90. Compralo subito su Amazon

Questo viaggio nel tempo proposto da Paolo Trovato si conclude com’è iniziato: torna, infatti, su una delle sue nonne, quella materna. Era «una donna piuttosto sfaccettata, decisamente spregiudicata per i tempi». Una donna che, neanche nel linguaggio, usava mezze misure… tanto da lasciare nell’autore una forte curiosità per alcune parole misteriose della sua terra d’origine, l’Istria. Curiosità che si è tolto – non senza imbarazzi vari – e che ora gli fa dire: «Non ci sono dubbi: nonna Anna era diversa dalla nonna di Cappuccetto rosso».

Si compie così questo viaggio di Paolo Trovato nel suo passato. Dove, forse, possiamo trovarci anche qualcosa del nostro. Nonne curiose le abbiamo avute tutti (o no?), personaggi strani nel paese o quartiere… anche, storie strambe di amici vicini e lontani fanno parte di noi. Forse ci manca – a me sicuramente – un maiale volante da vedere. Forse devo andare a Formignana… Perché no?

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