«La chiesa francese e le elezioni? Divisa, ma non assente»

Dominique Quinio ha diretto per anni il quotidiano cattolico francese “La Croix” e ora è responsabile delle Settimane Sociali di Francia. La chiesa cattolica francese è stata criticata da diverse parti perché non ha saputo prendere posizione per un candidato e non ha firmato un comunicato congiunto di protestanti, musulmani ed ebrei a favore di Macron contro il Front National.

«La chiesa francese e le elezioni? Divisa, ma non assente»

Dominique Quinio ha diretto per anni il quotidiano cattolico francese “La Croix” e ora è responsabile delle Settimane Sociali di Francia.
A lei abbiamo chiesto un’analisi del voto di domenica 7 maggio. In termini assoluti, 20 milioni di elettori hanno dato fiducia al leader di “En Marche” e 10 milioni al Front National. Ma è record storico di astensioni, schede bianche e voti nulli.
In Italia la chiesa cattolica francese è stata criticata da diverse parti perché non ha saputo prendere posizione per un candidato e non ha firmato un comunicato congiunto di protestanti, musulmani ed ebrei a favore di Macron contro il Front National.

Si è detto che la Chiesa cattolica sia rimasta ambigua. È così?
«Credo piuttosto che quella dei vescovi francesi era una situazione molto complicata. Avevano pubblicato prima della campagna elettorale un testo molto interessante sulla politica, in cui si ricordavano alcune idee forti della dottrina sociale della Chiesa. Dopo il primo turno, il segretario generale della Conferenza episcopale ha diffuso un comunicato in cui – sebbene non fosse esplicitato – lasciava supporre che il Front National non poteva essere una scelta per il suo atteggiamento contro lo straniero e gli immigrati.

Detto questo, bisogna anche dire che per i vescovi non è stato facile. Intanto perché tra loro sono divisi. E poi perché sentono che anche i cattolici di Francia sono molto divisi tra loro. I sondaggi hanno mostrato che una parte dei cattolici praticanti era pronta a votare per il Front National, ma che molti altri si sono astenuti e altri ancora hanno votato scheda bianca».

Dunque, se i vescovi si tirano indietro e la chiesa cattolica è divisa, quale ruolo possono giocare i cattolici oggi in Francia?
«Noi, come Settimane Sociali per esempio, abbiamo preso una posizione chiara, chiedendo di votare per Macron, pur essendo consapevoli delle incertezze che questo voto implicava. Ma da tempo e non solo in questa occasione rivolgiamo l’appello a non rinchiuderci nelle nostre comunità cristiane ma essere presenti nella società ed essere, come diceva il papa, in dialogo con tutti.
Chi ha votato Macron ha detto che lo ha fatto per ridonare alla Francia l’ottimismo. Il nostro è un Paese che da tempo non guarda al futuro con fiducia: si ha la sensazione di aver perso la corsa. La Francia ha quindi un assoluto bisogno di gente convinta che non è vero che tutto è perduto e che si possa fare qualcosa. Ed è questo il ruolo dei cattolici oggi».

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Fonte: Sir