Demenza, l’Oms adotta il Piano globale: "Ora i governi dovranno agire"

A Ginevra l’adozione del Piano di azione sulla risposta di salute pubblica 2017-25. Colpite 50 milioni di persone in tutto il mondo: le 2050 saranno il triplo. Ogni 3 secondi secondi nel mondo una persona sviluppa la demenza. Almeno l’1% del costo della demenza dovrebbe essere investito nella ricerca”.

Demenza, l’Oms adotta il Piano globale: "Ora i governi dovranno agire"

La demenza ha bisogno di una risposta globale di salute pubblica
Ora questa risposta è arrivata, con l’adozione, da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità, del Piano globale di azione sulla demenza 2017-2025.
Esso chiama i governi a un impegno strutturale per raggiungere precisi obiettivi sul fronte di una maggiore consapevolezza della demenza, della riduzione dei rischi, della diagnosi e assistenza, del supporto ai familiari e ai caregiver, della ricerca.

I dati

La demenza è una questione di salute pubblica rilevante anche dal punto di vista quantitativo: essa colpisce “50 milioni di persone in tutto il mondo – riferisce ADI (Alzheimer’s Disease International) - numero che sarà triplicato nel 2050.

Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa la demenza. Più della metà delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, dove solo il 10% dei malati riceve una diagnosi. Nel 2018 la demenza diventerà una malattia da mille miliardi di dollari”.

Per Glenn Rees, presidente di ADI, sottolinea: “La demenza è l’unica condizione cronica senza una terapia risolutiva. Almeno l’1% del costo della demenza dovrebbe essere investito nella ricerca”.

Sono sette le aree specifiche in intervento individuate e illustrate nel Piano, così sintetizzate dalla Federazione Alzheimer Italia, presente a Ginevra come membro della rete internazionale Adi. 

Demenza come priorità di salute pubblica.
Già nell’aprile 2012 Oms e Adi diffusero un Rapporto che forniva una panoramica autorevole sull’impatto della demenza nel mondo e invitava i governi a considerare la demenza una priorità mondiale di salute pubblica. All’epoca, erano solo 8 gli Stati membri dell’Oms che avevano in atto un piano nazionale sulle demenze.

Consapevolezza e Comunità amiche della demenza.
I governi e le associazioni Alzheimer dovrebbero lavorare insieme per aumentare la consapevolezza della demenza

Riduzione del rischio.
Il rischio di sviluppare la demenza sarà di certo minore se entro il 2025 tutti i Paesi raggiungeranno gli obiettivi previsti dal Piano.

Diagnosi, trattamento e assistenza della demenza.
Lo scorso anno il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016, redatto da ADI e intitolato “Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza”, invitava a un’azione comune per estendere l’assistenza sanitaria a tutte le persone con demenza nel mondo.
Tra le azioni necessarie, il Piano suggerisce agli Stati l’importanza di misurare la qualità e i risultati dell’assistenza, di assicurare al malato che riceve la diagnosi di demenza almeno un anno di assistenza, gestita da un operatore specializzato, di sostenere le cure palliative.

Sostegno ai familiari e ai caregiver.
Suggerendo programmi mirati, che prevedono per esempio l’assistenza in casa o il miglioramento dei trasporti, il Piano sottolinea l’importanza di far vivere i malati il più a lungo possibile nella comunità e l’urgenza di sostenere i familiari nella vita quotidiana.

Sistemi informativi per la demenza.
Per poter migliorare i servizi, tra gli indicatori della demenza è necessario inserire sia la qualità dell’assistenza sia l’esperienza di persone con demenza.

Ricerca e innovazione per la demenza.
In tutto il mondo ricerca e innovazione nelle terapie farmacologiche e non farmacologiche, riferite alla demenza, sono seriamente sotto finanziate, soprattutto se si guarda al numero delle persone colpite e al costo che deve sostenere la comunità e le famiglie. È necessario che ogni Stato investa di più.

Verso i Piani nazionali

L’adozione del Piano da parte dell’Oms rappresenta, per Federazione Alzheimer Italia, unica rappresentante del nostro Paese ieri a Ginevra, un passo fondamentale:

“Il Piano ribadisce che la demenza non è l’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento e chi ne è colpito deve essere aiutato a vivere nel modo migliore possibile”.

Ne consegue che i governi sono chiamati a raggiungere precisi obiettivi sul fronte di una maggiore consapevolezza della demenza, della riduzione dei rischi, della diagnosi e assistenza, del supporto ai familiari e ai caregiver, della ricerca.

“Il Piano affronta i principali problemi della politica sulla demenza, con l’obiettivo di ridurne l’impatto a livello locale e globale – riferisce ancora la Federazione italiana - Esso segna un passo importante nella lotta alla demenza, poiché apre una nuova prospettiva sulla diagnosi, sull’assistenza e sulla terapia, fornendo un quadro utile ai governi per migliorare la vita di milioni di persone”.

Ora, il Piano globale sollecita i governi a considerare la necessità di includere la demenza nelle proprie politiche sociosanitarie e assistenziali.
Tutti i Paesi dovranno quindi riferire periodicamente all'Oms lo stato di avanzamento del Piano tra il 2017 e il 2025.
“I governi devono agire ora – commenta Paola Barbarino, amministratore delegato di ADI - Abbiamo un’occasione unica di cambiare in modo positivo e inclusivo la vita delle persone con demenza”. 

In qualità di membro di ADI, la Federazione Alzheimer Italia ha fornito il proprio contributo e punto di vista sulla bozza del Piano, ritenendo che la sua adozione sosterrà i singoli Stati a sviluppare politiche specifiche volte ad attenuare le conseguenze della demenza sul territorio.

“In Italia esiste un Piano sulle demenze – commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia - ma attualmente senza stanziamento di fondi. Auspichiamo che la storica decisione dell’Oms convinca il governo a destinare finanziamenti mirati alle sette aree di intervento previste dal Piano.

Come federazione di ben 47 associazioni su tutto il territorio italiano, abbiamo aumentato le azioni di sensibilizzazione negli ultimi due anni e, in particolare, abbiamo avviato il progetto di Comunità amiche delle persone con demenza, partito da Abbiategrasso e ad oggi diffuso in otto città. Non ci fermeremo”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)