Vaccini, il calo è continuo. I medici: «Troppo allarmismo, sono necessari»

Negli ultimi anni le campagne contrarie alla vaccinazione sono proliferate in rete. Adesso, a fronte del continuo calo dei numeri, l’ordine dei medici minaccia sanzioni pesanti per gli iscritti che spingono i genitori a non vaccinare i figli. Codacons: no all’esavalente, bastano quattro sieri. Veneto: la regione lancia un corso on line per genitori.

Vaccini, il calo è continuo. I medici: «Troppo allarmismo, sono necessari»

«La prevenzione e la scomparsa di malattie infettive, in passato tra i più terribili flagelli dell’umanità, costituiscono un successo senza pari e, senza dubbio, il più gran numero di vite salvate grazie alla scienza medica. Ed è forse la scomparsa del confronto quotidiano con le conseguenze mortali o invalidanti di tante malattie, dovuta alla scoperta dei vaccini e delle terapie antibiotiche, che ha indotto la cittadinanza a credere che il successo sulle malattie infettive fosse definitivo».
Non lascia alcuna possibilità di dubbio la presa di posizione della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici, che vuole fare chiarezza su un tema in cui la disinformazione sta minando alla base il principio di sicurezza dei cittadini.
Per questo la federazione ha sventolato il codice deontologico sotto il naso dei medici ricordando a tutti che «l’autodeterminazione non può essere determinata da false notizie».
E se da una parte il Codacons, puntualmente, denuncia la necessità di obbligare le aziende farmaceutiche a realizzare prodotti che contengano solo i quattro vaccini previsti dalla legge e offrendosi quest’anno a sostegno dei medici che vorranno “obiettare”, dall’altra, Federconsumatori afferma che il diritto alla salute dei minori è prioritario e deve essere tutelato in ogni modo come previsto non solo dall’art. 32 della costituzione italiana, ma anche dall’art. 24 della Convenzione dei diritti dell’infanzia approvata in Italia nel 1991.

Fondamentale, quindi, la buona informazione, specie in Veneto dove, dal 2008, le vaccinazioni non sono più un obbligo di legge e per questo la regione ha attivato una serie di iniziative di formazione e informazione anche sul web e chiesto l’aiuto dei medici.
«Purtroppo negli ultimi tempi le campagne contrarie, soprattutto in rete, si sono moltiplicate, accompagnate anche da una serie infinita di vere e proprie bufale, e ora registriamo un calo delle adesioni», ha spiegato l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, presentando il corso on line “Tutto sui vaccini, in parole semplici”, rivolto a tutti i cittadini che desiderino informarsi (www.formars.it).
La sanità, infatti, ha attivato molti strumenti per chi si vuole informare: dai pediatri di comunità, agli opuscoli, ai siti web delle regioni e del ministero.

In Veneto è stato di attenzione. Ma il calo riguarda il paese

Preoccupa la possibilità di veder tornare malattie che si pensavano sconfitte, specie alla luce dei dati che mostrano un netto calo delle vaccinazioni negli ultimi anni.

In Veneto, dove la vaccinazione è una scelta, per i bambini nati dal 2010 al 2013, durante gli ultimi quattro anni (2012-2015), si è passati da una copertura del 95,4 per cento a una del 91,3 per cento, con un calo di quattro punti percentuali, per le vaccinazioni ex-obbligatorie, vale a dire: difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. Questo significa che dalla soglia di sicurezza, siamo passati alla soglia di attenzione. La copertura per morbillo, parotite e rosolia ha subito un calo analogo, passando da una copertura del 92,5 per cento a una dell’87,1 per cento per il medesimo periodo.

Il calo si è riscontrato su tutto il territorio regionale.
La relazione dell’Ulss 16 di Padova sulle vaccinazioni del 2015, oltre a confermare il trend regionale, segnala anche che l’abbassarsi del numero di bambini vaccinati, in primavera, ha portato ad alcune epidemie di pertosse con ricoveri in alcuni comuni che hanno basse coperture vaccinali dei neonati intorno all’85 per cento.
Il calo però non è solo veneto e si registra anche tra i vaccini obbligatori a livello nazionale, che dal 2013 al 2014 sono scesi tutti di almeno un punto: il tetano dal 95,81 per cento del 2013 al 94,77 per cento del 2014; la difterite dal 95,75 per cento al 94,65 per cento; la polio dal 95,74 per cento al 94,66 per cento; l’epatite B dal 95,65 per cento al 94,5 per cento.

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