A passeggio per la città con un amico. Così i profughi imparano l'italiano

L’accoglienza profughi in diocesi sta assumendo una ricchezza di sfumature che cresce soprattutto grazie alla creatività pastorale di volontari e operatori. Sono una ventina i vicariati che per ora hanno aderito all’appello di ospitalità partito da papa Francesco. Tra le buone prassi più originali c'è Cleopa, un progetto di volontariato linguistico per profughi ideato dalla parrocchia di Santa Rita in Padova. Niente lezioni, ma passeggiate in compagnia di un volontario, per imparare la lingua e scoprire la città.

A passeggio per la città con un amico. Così i profughi imparano l'italiano

«Come comunità parrocchiale – spiega Alessandra Pallaro, una delle referenti del progetto – ci siamo sentiti interpellati prepotentemente dall’appello di papa Francesco. Abbiamo scoperto questo progetto esistente a Bolzano e abbiamo pensato di replicarlo qui».

Si è quindi costituito un gruppo di 10 volontari che ha strutturato il percorso e dato sostenibilità al tutto, riuscendo a coinvolgere altri 72 volontari che dedicano un’ora del loro tempo per dieci settimane a 41 (per ora) profughi che desiderano imparare l’italiano. «Sono “lezioni” che avvengono in modo naturale e spontaneo al di fuori di un’aula. Il volontario concorda, infatti, con il suo partner profugo orario e luogo dell’incontro, che può svolgersi anche durante una passeggiata. Non si tratta di lezioni ma di occasioni per parlare l’italiano».

Le coppie linguistiche vengono accompagnate in questo percorso da una persona esperta che organizza il primo incontro, fornisce materiale informativo, scheda di iscrizione e scheda diario del ciclo d’incontri.
Il progetto vede coinvolti anche l’associazione Popoli insieme e le cooperative La Rosa blu e Il Sestante. «Il 51 per cento degli “studenti” ha già quasi terminato il proprio processo formativo. Tutti i ragazzi sentono di aver ottenuto molto giovamento dall’esperienza e il fatto di uscire con il volontario fa percepire uno sguardo diverso della gente, non più di paura ma quasi di simpatia e questo li fa sentire accolti in Italia e consente loro di conoscere la realtà cittadina».

Profughi a servizio degli studenti italiani
Per merito di una volontaria, insegnante di inglese, Joy e Modou, due ragazzi che nel loro paese insegnavano inglese, hanno svolto regolare attività di lettorato per la certificazione Trinity presso una scuola media della città, riscuotendo un gran successo tra gli studenti.
«Joy e Modou, per tutta l’estate, gratuitamente, si mettono a disposizione della comunità di Santa Rita per fare, in patronato, conversazione in inglese con chiunque voglia esercitarsi».

Tante collaborazioni in atto o in partenza
Il Museo diocesano ha concesso ingressi gratuiti per le nostre coppie linguistiche (si è in attesa del parere della commissione dell’Orto botanico per lo stesso motivo).
«Abbiamo inoltre avviato una collaborazione con il coro multietnico del progetto The Promise finanziato dalla fondazione Cariparo. All’iniziativa, abbiamo contribuito interessandoci per far avere gratuitamente la sede delle prove presso la Casa del fanciullo e diffondendo la proposta tra i nostri aderenti. Il 15 aprile sono iniziate le prove del coro diretto dalla maestra Giuseppina Casarin, composto da 14 elementi tra cui 5 volontarie e 5 ragazze di progetto Cleopa, che il 2 giugno hanno partecipato alla giornata organizzata dal master in studi interculturali e progetto ImmaginAfrica dell’università di Padova e altri, con un’esibizione canora che ha riscosso molto successo».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: Cleopa (1), santa rita (2), caritas (222), profughi (227), accoglienza (177), migranti (229)