Aumentano i bambini poveri ma non la spesa per l’infanzia

Atlante dell'infanzia. Triplicata la povertà delle famiglie con almeno un minore dal 2005 al 2014. Save the children: “Risorse stanziate sono esigue”. E denuncia: allarmanti differenze nell’erogazione dei servizi tra Nord e Sud Italia.

Aumentano i bambini poveri ma non la spesa per l’infanzia

L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8 per cento all’8,5 per cento, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti.
Nel Mezzogiorno la povertà assoluta è più estesa – pari al 9,3 per cento contro l’8,3 per cento di famiglie povere assolute al Nord – e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della povertà al Nord, in crescita nell’ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio.

Un'Italia dalle enormi differenze

Si va dai 242 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria, a fronte di una media nazionale di 113 euro

Lo sottolinea il sesto Atlante infanzia di Save the children, che parla in questo caso di “bambini senza Stato”, perché a fronte di queste forti difficoltà economiche, “continuano a essere esigue le risorse stanziate per l’infanzia: la spesa sociale nell’area famiglia e minori è molto più bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania”.
Se poi si considera l’investimento nei servizi erogati dai comuni – aggiunge l’associazione – emergono allarmanti differenze, come racconta la mappa su I baratri della spesa sociale: si va dai 242 euro pro-capite di spesa per l’area famiglia e minori in Trentino ai 20 euro pro-capite della Calabria, a fronte di una media nazionale di 113 euro. A livello provinciale, colpiscono le disparità tra i 393 euro pro-capite di Trieste e i 350 di Bologna e gli 8 euro a testa di Vibo Valentia, i 18 di Crotone, i 20 di Cosenza e Avellino.

Secondo il rapporto anche la fotografia del sistema scuola presenta molte criticità, a partire dalla penuria del tempo pieno, garantito, in media, solo nel 31,6 per cento delle classi della scuola primaria (ma in Molise, Sicilia, Campania, Abruzzo e Puglia si scende sotto il 20 per cento), e nel 20 per cento di quelle della scuola secondaria di primo grado, dove peraltro in molti casi le attività pomeridiane sono a pagamento.
“A macchia di leopardo” anche la presenza del servizio di mensa scolastica, un bene raro soprattutto negli istituti principali delle regioni del Mezzogiorno - Sicilia (49 per cento), Campania (51 per cento) e Puglia (53 per cento). “Le carenze dell’offerta educativa emerse dall’Atlante mostrano come il nostro paese abbia creduto in questi anni troppo poco al ruolo strategico della formazione ma è dallo sviluppo del capitale umano, che bisogna partire per dare un futuro a milioni di bambini e strapparli alla violenza e arroganza criminale”, commenta Valerio Neri, direttore di Save the children.

“Con la legge di stabilità per la prima volta, seppure con un budget ancora non adeguato, il tema della povertà minorile entra nell’agenda di governo e è di particolare rilievo la costituzione di un fondo ad hoc sulla povertà educativa”, aggiunge Raffaella Milano, direttore dei programmi dell’organizzazione. “Speriamo che si garantisca, alla prova dei fatti, un vero rigore nella attuazione di queste misure, con adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione di impatto. Occorre mobilitare su obiettivi comuni il grande patrimonio educativo che comunque fortunatamente c’è nel nostro paese. Allo stesso tempo, occorre dare spazio e fiducia ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze, affinché possano essere non i fruitori, ma i protagonisti di questo impegno”, conclude.

Nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro” – che ha l’obiettivo di debellare la povertà educativa entro il 2030 – Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre a Milano-Quarto Oggiaro, in collaborazione con Acli Lombardia, a Napoli-Chiaiano, in collaborazione con l’ A.P.S. Coordinamento Genitori Democratici Napoli, a Sassari-Latte Dolce, in collaborazione con l’Uisp, Comitato Provinciale di Sassari.
Si tratta di centri socio-educativi in aree urbane svantaggiate che, con l’aiuto di associazioni partner, danno la possibilità a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio. Sono più di 4.500 i minorenni che li frequentano o vi sono entrati in contatto in un solo anno, dall’avvio delle attività.
“I Punti Luce così come altri coraggiosi progetti a cui diamo voce nell’Atlante, dimostrano che c’è un’alternativa alla povertà e all’illegalità e che un cambiamento è possibile – aggiunge Neri – È cruciale pertanto che il governo confermi il suo impegno in questa direzione approvando le misure di contrasto alla povertà minorile per la prima volta inserite nella legge di stabilità, che introduce anche, in via sperimentale, un fondo triennale finalizzato espressamente a contrastare la povertà educativa”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)