Fare pace tra vicini. Se il “nemico” è alla porta

Rumori durante le fasce orarie non consentite, bici o automobili piazzate davanti ai garage altrui o in aree comuni, vasi che grondano acqua dopo l’innaffiatura e magari sporcano il bucato appena steso al piano di sotto, lavori di riparazione eseguiti in maniera sommaria e tanto altro ancora. Secondo le statistiche del ministero della giustizia, su circa 5 milioni di cause civili pendenti in Italia, oltre un milione hanno al centro proprio una lite condominiale. Come trovare una via d'uscita?

Fare pace tra vicini. Se il “nemico” è alla porta

Rumori durante le fasce orarie non consentite, bici o automobili piazzate davanti ai garage altrui o in aree comuni, vasi che grondano acqua dopo l’innaffiatura e magari sporcano il bucato appena steso al piano di sotto, lavori di riparazione eseguiti in maniera sommaria e tanto altro ancora.
Sono solo alcuni dei tanti episodi che, all’interno di un condominio, spesso alterano il quieto vivere e sono causa di dissidi tra vicini. Una conflittualità, solo apparentemente basata su futili motivi, che, se duratura, porta a vivere in tensione la propria quotidianità e a sentirsi non sereni nelle proprie mura domestiche.

Secondo le statistiche del ministero della giustizia, su circa 5 milioni di cause civili pendenti in Italia, oltre un milione hanno al centro proprio una lite condominiale.
Per provare a ripristinare la convivenza pacifica all’interno di un condominio è necessario ricucire lo strappo garantendo la ripresa del dialogo fra le parti litiganti, che siano vicini di casa o amministratori. In questo contesto si inserisce la figura del mediatore:

«La mediazione è una delle tecniche di gestione del conflitto che rientrano nell’Adr, acronimo che sta per “Alternative dispute resolutions” (metodi alternativi di risoluzione alle controversie) – spiega Ferruccio Garbato, amministratore di Omologhia, ente di formazione padovano – Il mediatore è una figura terza che non ha il compito di giudicare, ma di agevolare e facilitare un accordo amichevole tra le parti, secondo un modello anglosassone ideato per risolvere contenzioni in ambito civile, riducendo tempo e costi rispetto ai procedimenti giudiziari onerosi ed estremamente lenti».

Sono diversi gli ambiti nei quali può intervenire il mediatore: dalle successioni ereditarie, ai contratti assicurativi o bancari e finanziari fino agli interventi condominiali.
La Camera di commercio di Padova, organismo competente in materia, afferma che dal 2011, anno di introduzione della figura del mediatore, ha preso in carico 200 mediazioni di natura condominiale, 132 solo dal 2015 al 2016, con un tempo di gestione medio di circa 80 giorni, sensibilmente inferiore alle farraginose attese della giurisprudenza.
Per avviare una disputa è necessario che una delle due parti presenti la domanda di mediazione all'organismo competente; quest’ultimo ha il compito di designare il mediatore e fissare il primo incontro non oltre 30 giorni dal deposito della domanda stessa. Al primo incontro il mediatore illustra i vari passaggi, invitando le parti a esprimersi sulla volontà di continuare o meno. Se c’è il comune intento di proseguire, assieme al mediatore, si avvia il percorso alla ricerca dell’accordo.

Ma quali requisiti sono necessari per diventare mediatore?
Secondo il decreto ministeriale 180/2010, per accedere alla professione bisogna essere in possesso di un diploma di laurea, almeno triennale, o in alternativa essere iscritto a un ordine o a un collegio professionale. Successivamente è richiesta la formazione di almeno 50 ore e la conseguente iscrizione a un organismo di competenza. Ogni due anni, inoltre, il mediatore è chiamato a una formazione continua di 18 ore.

Criteri indispensabili e necessari, ma è fondamentale, inoltre, avere temperamento e propensione all’ascolto e al dialogo sereno

«I mediatori devono essere anche un po’ psicologi – confida l’avvocato e mediatrice Elisabetta Fraccalanza – Bisogna saper comunicare, cercare innanzitutto di far calmare gli animi e instaurare un rapporto civile, perché le parti divise si presentano spesso con grandi conflittualità. Capita una discussione tra la ditta di manutenzione che non ha svolto un buon lavoro e il condominio, o tra un amministratore e il condomino. Io, quando me lo richiedono, cerco di incontrare i singoli individui separatamente, così da infondere tranquillità, avere confidenze e cogliere il vero senso della disputa. E forse anche per questo, quando iniziamo una mediazione, troviamo sempre la giusta conciliazione».

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