Giochi e scommesse, oltre 35 miliardi di euro per lo stato in tre anni

Le previsioni del ministero delle finanze: nel 2015 si attende di incassare 6,6 miliardi dal Lotto, 4,8 miliardi da "imposte gravanti sui giochi" e 480 milioni da lotterie e altri giochi. L'analisi del sociologo Fiasco: «Le previsioni saranno smentite».

Giochi e scommesse, oltre 35 miliardi di euro per lo stato in tre anni

Lo stato italiano prevede di incassare nei prossimi tre anni 35,7 miliardi di euro dal gioco d'azzardo. Secondo le tabelle allegate alla legge di stabilità (e pubblicate sulla Gazzetta ufficiale di sabato 10 gennaio), le entrate tributarie da questo settore nel 2015 ammonteranno a 11,856 miliardi di euro, mentre nel 2016 a 11,902 miliardi e nel 2017 a 11,958 miliardi.
In particolare per quest'anno, lo stato prevede di raccogliere 6,6 miliardi dal Lotto, 4,8 miliardi da 'imposte gravanti sui giochi" e 480 milioni da lotterie e altri giochi: rispetto al totale delle entrate tributarie, quelle derivanti dall'azzardo sono pari al 2,5 per cento. Le previsioni del ministero confermerebbero il trend positivo degli ultimi due anni, visto che nei primi 11 mesi del 2014 ha incassato 10,2 miliardi di euro e 8,1 miliardi nel 2013.

Dubbi sulla veridicità delle previsioni del ministero delle finanze vengono però da Maurizio Fiasco, sociologo e studioso del fenomeno del gioco d'azzardo: «Si tratta di cifre che verranno smentite con il bilancio consuntivo – afferma – E per un semplice motivo: i giocatori e l'offerta di giochi si stanno spostando verso l'on line, dove la percentuale del prelievo da parte dello stato è sempre più basso. Basti pensare che per le scommesse virtuali rappresenta appena il 2 per mille. La verità è che il sistema dell'azzardo in Italia è sfuggito di mano sia allo stato che alle società concessionarie ed è sempre meno conveniente».
Secondo il sociologo, inoltre, è da sfatare l'idea che il gioco d'azzardo contribuisca a risanare le casse dello stato: «Il prelievo fiscale sul gioco è infatti sempre minore. Se gli italiani spendessero i loro soldi non nelle slot machine ma in altri settori economici, lo stato avrebbe entrate maggiori e più certe».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)