Gioco d'azzardo: per Alea insufficiente l'accordo di riordino del governo

Un programma insoddisfacente anche se presenta due punti accettabili: è il commento di Maurizio Fiasco, presidente dell'associazione Alea, alla luce dell'accordo sul riordino del gioco d'azzardo in Italia. Secondo il professore ci sono lacune tra i diversi sistemi di gioco e l'introduzione della tessera sanitaria, se non adeguamente correlata da sanzioni penali, può portare a un database con numerose informazioni personali.

Gioco d'azzardo: per Alea insufficiente l'accordo di riordino del governo

Un punto parzialmente accettabile, l’altro interamente condiviso, sul resto molte lacune e scetticismo.
È quello che prova Maurizio Fiasco, sociologo e presidente di Alea, associazione per lo studio del gioco d'azzardo e dei comportamenti a rischio, nel commentare l’accordo tra stato, regioni e comuni, siglato il 7 settembre dopo più di un anno di impasse, sul decreto che riordina il settore dell’azzardo in Italia.

Quando nel 2016 è stata approvata la legge di stabilità, fu inserito un comma che dava la delega al governo per emanare un provvedimento atto a riorganizzare il gioco pubblico (nei documenti ufficiale la parola azzardo non viene mai esplicitata) con l’intento di assicurare migliori livelli di difesa della salute, di sicurezza pubblica, di protezione dei minori e di tutela della pubblica fede, ovvero non ingannare il consumatore.

«Ci sono diversi punti di contraddizione – evidenzia Fiasco – per esempio come si concilia il progetto industriale delle nuove slot machine awp (amusement with prizes – divertimento con premi) con la difesa della salute? Chi è che va a verificare l’impatto di una macchina industriale che gestisce 40-50 miliardi di giocate? L’accesso al gioco, inoltre, avverrà dietro utilizzo della tessera sanitaria: è necessario applicare norme penali severissime altrimenti si forma un archivio dei giocatori con informazioni quali età, sesso, ore di gioco e quantità di soldi spesi, tutte utili per programmare offerte ancora più aggressive e mirate».

Dimezzamento in tre anni dei punti gioco, con la rottamazione delle macchinette più vecchie che verranno rimpiazzate con altre collegate con i monopoli di stato; la possibilità dei sindaci di decidere le fasce orarie di chiusura, imponendo la distanza da luoghi sensibili come scuole e chiese; l'aumento della qualità e della sicurezza dei punti gioco nei quali dovrà essere garantito un accesso selettivo.

Queste sono le direttive generali che dovrebbero essere seguite in fase di legiferazione e se da un lato il sottosegretario all'economia, Pier Paolo Baretta, ha definito l’accordo «un risultato importante» per Fiasco, invece, è insoddisfacente: «Si è detto che bisogna ridurre le postazioni, ma non dimezzare il numero delle slot o il volume del consumo? E poi all’interno della proposta non si parla di quei giochi costruiti con la stessa logica dei video lottery come le scommesse o il “10 e lotto”: qui non viene detto nulla sulla pubblica fede eppure le stringhe dei gratta e vinci, le sequenza di lettere, semi e numeri, sono volutamente realizzati utilizzando la tecnica del calcolo matematico combinatorio in modo che la stragrande maggioranza dei tagliandi differisca dal vincente per una singola cifra inducendo nel giocatore l’illusione della quasi vincita che è un vettore potentissimo dell’azzardo».

Prima della fatidica stretta di mano, sono stati inseriti due commi, entrambi accolti con positività dalle associazioni e dallo stesso Fiasco: nel primo si prevede la non abolizione di regolamenti e provvedimenti, già presi da regioni e comuni, per arginare l’azzardo e le patologie a esso connesse; nel secondo, per sopperire alle lacune di informazioni, l’agenzia dei monopoli dovrà fornire i dati del gioco d’azzardo del territorio se richiesti dai singoli comuni.

«È una valutazione accettabile – conclude Fiasco – ma nel complesso questo accordo, che non chiarisce e spiega alcuni punti fondamentali, non raggiungerà gli obiettivi preposti».

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