Gioco patologico: la regione Veneto vara il primo piano di prevenzione e contrasto

Un piano massiccio di 5,3 milioni di euro per il primo piano di prevenzione e contrasto al gioco patologico: la regione Veneto, attraverso campagne di sensibilizzazione, promozione ed educazione, vuole mettere in piedi un sistema ramificato per arginare quella che, secondo l'assessore regionale ai servizi sociali, Manuela Lanzarin, è una vera e propria emergenza.
Sulla Difesa di domenica 24 settembre, un approfondimento con la voce degli operatori, dei servizi di prevenzione e della regione, all'indomani della presentazione del nuovo piano regionale e del tavolo governo-regioni per la riforma del settore.

Gioco patologico: la regione Veneto vara il primo piano di prevenzione e contrasto

Dipendenza senza sostanza.
Tre parole per identificare la nuova categoria nella quale, nel 2013, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ha inserito il gioco d’azzardo patologico, riconoscendo nel giocatore accanito tutti i meccanismi, sia per il funzionamento del cervello che per il comportamento, sovrapponibili in fenomeni che vediamo nei tossici o alcolisti.

Una persistente incapacità di controllare e di resistere all’impulso: dalle scommesse online, legate agli avvenimenti sportivi e sempre più in ascesa, ai comuni “gratta e vinci”, passando per slot machine e video lottery, l’intensificare di puntate sempre più alte e rischiose fa provare livelli di eccitazione crescenti determinando ripercussioni non solo per l’individuo che cade in trappola, ma anche a livello lavorativo, familiare e sociale.

Non è, pertanto, sproporzionata l’espressione di «vera e propria emergenza» che l’assessore regionale ai servizi sociali, Manuela Lanzarin, ha utilizzato per introdurre e presentare, il 31 agosto scorso, il primo piano di prevenzione e contrasto al gioco patologico promosso dalla regione Veneto. Un piano massiccio da 5,3 milioni di euro (4 milioni provenienti dal Fondo nazionale lotta al gioco d’azzardo e il restante dal Fondo sanitario regionale) per organizzare un intervento ramificato e diversificato su tutto il territorio:

«Il piano vuole cercare di prendere in carico la persona dall’inizio alla fine del percorso – spiega Manuela Lanzarin – quindi un quarto dei fondi stanziati andrà alla prevenzione, attraverso campagne di sensibilizzazione e informazioni mirate a seconda di differenti target, una parte andrà agli interventi di cura e riabilitazione, mentre il rimanente andrà a finanziare le attività istituzionali e ricerca. Il tutto con approcci diversificati e multidisciplinari».

Regione, comuni, serd – i servizi per le dipendenze – ma anche le reti associative locali proveranno, dunque, ad agganciare chi soffre questa patologia, ma dimostra di avere remore nell’ammetterlo e nel farsi aiutare. Ma cosa ci dicono i numeri? In effetti, secondo gli indici epidemiologici delle ricerche più recenti, in Veneto si stima (non esistono ancora dati certi) ci siano 32.500 individui che soffrono di ludopatia e che di questi tra i 3.200 e i 3.700 sono potenziali utenti del serd. Nel 2015, però, i centri per le dipendenze avevano in carica solo 1.761 utenti, 1.881 l’anno successivo.
La regione spinge per avviare diverse iniziative come quella di entrare nelle scuole per parlare con gli studenti e, in questa direzione, si è già mosso, per esempio, il comune di Padova che nel corso dell’anno scolastico 2016/2017, attraverso l’ufficio Pace, diritti umani e solidarietà ha promosso il concorso "Gioco sano": rivolto alle scuole dell'infanzia e alle scuole primarie e secondarie di primo grado. L’obiettivo è promuovere il valore relazionale ed educativo del gioco come contrapposizione al degrado dell'isolamento e della solitudine che spesso degenerano in patologie.

La regione negli ultimi anni ha attivato delle forme di contrasto come l’aumento dell’Irap dello 0,92 percento ai commercianti che possiedono slot machine all’interno delle proprie attività o la delocalizzazione delle stesse in aree industriali lontane da punti sensibili come scuole o chiese, ma è ancora prematuro fare valutazioni perché sono provvedimenti entrati a pieno regime solo quest’anno.
Proprio quest’ultima mossa è stata inserita nel recente accordo, raggiunto il 7 settembre dopo un anno e mezzo di tira e molla, tra stato e regioni per arginare il fenomeno della ludopatia: «Mi auguro che, in virtù dell’intesa raggiunta – continua l’assessore Lanzarin – il governo collabori con tutte le iniziative, locali e regionali, in materia di prevenzione, dissuasione e cura, anteponendo la salute delle persone e il benessere della comunità all’interesse economico. Anzi, ci attendiamo già un primo riscontro nella disponibilità a divulgare in modo trasparente i dati analitici dell’industria del gioco, sinora possesso esclusivo dei monopoli di stato».

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Parole chiave: ludopatia (10), gioco d'azzardo (32), padova (502), veneto (182)
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