Meeting di Cl sostenuto con il gioco? «I soldi che creano dipendenze non sono puliti»

Lottomatica e Sisal come "official partner". L’economista cattolico Luigino Bruni, tra i promotori di “Slot Mob”, si dice stupito che i membri di Cl non protestino. «I 90 miliardi buttati nell'azzardo rovinano famiglie e sono sottratti all'economia buona che muore e chiude». Il tema viaggia sui social.

Meeting di Cl sostenuto con il gioco? «I soldi che creano dipendenze non sono puliti»

Si è aperto il meeting di Rimini di Comunione e liberazione. Fino al 30 agosto il tema scelto è “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”. Bel titolo, se non fosse che ciò che getta l’uomo nella fossa della solitudine, ciò che lo distrugge, figura anche tra i sostenitori del meeting. Una sorpresa (a guardare “lo storico” degli sponsor della manifestazione, non più di tanto) trovare che Lottomatica e Sisal, due fra i più grandi concessionari delle slot machine e del gioco, siano “official partner” dell’evento dei giovani cattolici di Cl.

Un “particolare” che già in passato non ha lasciato indifferenti alcuni esponenti di campagne contro il gioco d’azzardo, economisti, teologi, sociologi, operatori che si stanno battendo per un cambiamento culturale, per una inversione di tendenza, per mettere al bando il gioco d’azzardo “tumore della società attuale”: i numeri, in continuo aggiornamento, ci parlano di circa 90 miliardi di euro spesi dagli italiani nel gioco, dai gratta e vinci alle slot alle video lotterie, e sottratti quindi all’economia reale che tanto serve al nostro paese e ai suoi, spaesati, cittadini;  di questi, otto miliardi entrano nelle casse dello stato, che però deve usarne altrettanti, almeno sei a oggi (i dati sono del dossier Azzardopoli di Libera) ma siamo solo agli inizi, per far fronte alle conseguenze socio-sanitarie della dipendenza da gioco, che colpisce i fragili. In tutta Italia si stanno organizzando servizi e centri ad hoc, le cooperative sociali si stanno apprestando a inserire, tra i servizi erogati, quelli di supporto a questo nuovo tipo di perdizione: indotta da un sistema schizofrenico che la dipendenza con una mano la crea e con l’altra mostra di volerla curare.

Uno degli economisti più convinti sul fronte del dibattito contro l’azzardo è Luigino Bruni, referente della campagna “Slot mob” che ha girato e continua a girare città e cittadine di tutto lo stivale per far capire il poco di buono che c’è sotto all’azzardo e indicare un cambiamento di rotta mettendo in rete migliaia di persone e associazioni. Ed è stato proprio lui a sollevare, «da cattolico», alla vigilia del meeting di Cl, l’incoerenza degli organizzatori del meeting. «Il titolo scelto è molto bello – esordisce Bruni – Peccato solo che molti che oggi si trovano in Italia nelle periferie esistenziali ci siano finiti e ci finiscono a causa dell'azione di alcuni degli sponsor del meeting, gli imperatori dell'azzardo». Bruni si dice «non stupito dai responsabili del meeting», ma «che i membri di Cl non protestano e assistano indifferenti a questo spettacolo di incoerenza».

Lo scorso anno Bruni si era rivolto ai vertici dell’organizzazione del meeting per segnalare la discrepanza tra un’idea di uomo e di relazioni tra uomini, quali erano proprie del fondatore di Cl don Giussani e quali sono chiare nel vangelo, e la presenza di uno di questi sponsor. La reazione fu più o meno questa: "hai ragione, ma oramai non ci sono i tempi tecnici per poter fare a meno di questo sponsor, per la prossima edizione staremo più attenti". Quest’anno, i signori dell’azzardo come partner non sono più uno, ma due. Il professor Bruni ha sollevato di nuovo, e per tempo stavolta, la questione, e la risposta dei vertici dell’associazione cattolica è stata: "senza di loro, il meeting non lo avremmo potuto fare". «Stimo molto il carisma di don Giussani – dice oggi Bruni – sono deluso da come lo hanno ridotto, da questo non guardare in faccia a nulla. È un movimento che dimostra di aver abbandonato la profezia».

I soldi dell’azzardo esistono (dovere dei concessionari del gioco è il sostegno alla cultura, allo sport, al non profit) e “quindi li usiamo”, anzi, “mezzo non profit italiano è sostenuto dall’azzardo, grandi e benefiche associazioni” argomentano i vertici del meeting e i responsabili degli organi di stampa a essi legati, che in qualche caso fanno della lotta all’azzardo una bandiera. Un argomento che però a Bruni non va giù: «Siamo all’abc dell’etica pubblica. Non possiamo accettare questa ambivalenza. I soldi che creano dipendenze non sono soldi puliti. I soldi hanno odore, e la civiltà si misura anche su questo. Nella battaglia non devi scendere a compromessi con il nemico, devi combattere».

Mentre, con il trascorrere delle ore, sui social network sono centinaia e vanno sempre più aumentando i commenti sul tema,  Bruni sottolinea che «l'azzardo è lo scandalo più grosso del sistema Italia, che ha messo sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie. I 90 miliardi buttati nell'azzardo oltre a rovinare famiglie, vengono sottratti all'economia buona che muore e chiude. Sono faccende molto, troppo serie, per pensare che siano secondarie».
È dall’inizio dell’estate che, tramite diversi media, l’economista di “Slot mob” ha sollevato la questione. Lo ha fatto anche mettendo in guardia altre realtà del mondo cattolico, come il Centro sportivo italiano, che a Rimini ha portato biliardini e ragazzi sotto al padiglione di Lottomatica, in mezzo a più o meno velate pubblicità del gioco, inviti a giocare ma “con moderazione”, inviti a provare per assicurarsi un bacino di giocate costanti per i prossimi anni. Anche in questo caso, la presidenza del Csi ha minimizzato: «Nulla da dire, del resto collaboriamo con il meeting». Dice Luigino Bruni: «Chissà quando il mondo cattolico ritroverà nel suo insieme coerenza e profezia, e darà ascolto al magistero di Francesco, con i fatti e non a parole». 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)