Sisal e Lottomatica: «Noi sponsor etici». Ma cosa c'è dietro le belle parole dei bilanci sociali?

Nei bilanci sociali le due maggiori imprese italiane nel gioco d’azzardo dicono di puntare alla «crescita del business agendo in modo responsabile, sicuro e legale». Come se le ludopatie fossero un problema di poche persone già deboli di loro, e non un fenomeno dovuto proprio al proliferare dei giochi d'azzardo.

Sisal e Lottomatica: «Noi sponsor etici». Ma cosa c'è dietro le belle parole dei bilanci sociali?

I bilanci sociali 2013 di Sisal e Gtech-Lottomatica dedicano ampio spazio all'impegno delle due imprese nella «promozione di una cultura di gioco consapevole ed equilibrato». E per questo hanno promosso campagne di sensibilizzazione, studi e ricerche, formazione del personale e controlli sulla correttezza dei messaggi pubblicitari.
«Sisal è consapevole che per i soggetti più vulnerabili la partecipazione senza controllo ai giochi con vincita in denaro può portare allo sviluppo di una dipendenza ed essere causa di problematiche personali e sociali», si legge nel rapporto.
Lottomatica aggiunge che il suo obiettivo è quello di «ottimizzare la crescita del business agendo in modo etico, responsabile, sicuro e legale, attraverso un modello di sviluppo sostenibile, nella consapevolezza che una gestione responsabile del gioco, per gli impatti sociali che comporta, sia una condizione inscindibile dalle altre attività».
Sisal e Lottomatica, in particolare, hanno finanziato nel 2013 una ricerca, realizzata dall'università La Sapienza di Roma, dalla quale emerge che «i giocatori problematici rappresentano l'1,65 per cento della popolazione italiana adulta», circa 790 mila adulti su un totale di 48 milioni di cittadini maggiorenni.

Le pagine dedicate all'impegno di Sisal e Lottomatica alla prevenzione del gioco d'azzardo patologico non convincono Maurizio Fiasco, sociologo, che insieme a Redattore sociale ha analizzato i due bilanci sociali: «Quel che ci vogliono far credere è che i giocatori patologici sono una minoranza trascurabile e che il problema sta nella loro debolezza e non invece nella pervasività delle offerte di gioco in denaro dell'industria dell'azzardo italiana». Le imprese sperano così di riuscire a convincere l'opinione pubblica che il loro business è «rispettabile e normale», perfino attento «alle persone che già sono deboli».
Secondo Fiasco invece una vera responsabilità sociale d'impresa richiede che chi gestisce il business si assuma la responsabilità giuridica delle conseguenze della propria attività. «Ma in Italia Sisal, Lottomatica e le altre società del settore sono solo delle concessionarie per conto dei Monopoli di stato – aggiunge – E la responsabilità giuridica del concessionario non esiste, perché non è un imprenditore ma per conto dello stato svolge solo un compito. In questo sistema quindi è lo stato il responsabile". Il finanziamento di progetti di sensibilizzazione o le sponsorizzazioni alle onlus «sono operazioni di marketing e non responsabilità sociale d'impresa».

Sisal e Lottomatica finanziano anche il sito giocaresponsabile.it, gestito dalla Federserd, la Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze. Si possono trovare informazioni e consigli sulla dipendenza patologica dal gioco, il numero verde della Help line e la possibilità di chattare con un esperto. «È un'assurdità – sottolinea Fiasco – È come se i produttori di sigarette finanziassero un portale dedicato al tumore al polmone».
Di parere opposto Maurizio Fea, responsabile del progetto per la Federserd. «In cinque anni i contatti sono stati circa 110 mila e abbiamo registrato 10.500 persone con situazioni problematiche – spiega – Dal 2013 inoltre c'è la possibilità di farsi curare attraverso un percorso di terapia on line personalizzato: lo hanno seguito 100 persone».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)