Fecondazione eterologa: una serie di conseguenze imprevedibili

Dichiarare illegittimo il divieto alla fecondazione eterologa, cioè ricorrendo ai gameti di un donatore esterno alla coppia, ha aperto a una serie di conseguenze, al momento non tutte prevedibili, e a un fronte di problematiche particolarmente complesse. È il pensiero do mons. Renzo Pegoraro, cancelliere della Pontificia accademia per la vita, sulla sentenza della corte costituzionale di alcuni giorni fa.

Fecondazione eterologa: una serie di conseguenze imprevedibili

«Ha certamente senso rifiutare la fecondazione eterologa a chiunque (per i problemi psichici da “paternità” che creerà nell’adolescente), [...] per non parlare dei “genitori nonni” che pianificano orfani anzitempo. Proibizioni in nome – sempre e solo – del dovere della legge di assicurare, per il possibile, eguali chance di partenza. Un figlio non può essere uno strumento per la realizzazione di un desiderio di un adulto».

Di fronte alla sentenza della corte costituzionale che ha dato via libera alla fecondazione assistita eterologa, pochi giorni fa, riportando il paese indietro di dieci anni, ai tempi del “far west procreativo” ritornano alla mente parole come queste: era il 1999, si stava discutendo della futura legge 40, e Paolo Flores D’Arcais così scriveva su Repubblica.

Mons. Renzo Pegoraro, cancelliere della Pontificia accademia per la vita e direttore scientifico della fondazione Lanza, da tempo riflette su questi temi. Quali sono le conseguenze a cui andiamo incontro dopo questa sentenza? «La prima conseguenza è che si crea un vuoto legislativo, una mancanza di regole nei confronti di questa pratica. La legge 40 prevedeva il divieto e quindi bloccava la prassi e tutte le problematiche connesse. Ora andranno affrontate questioni particolarmente difficili».

L'intervista continua Nel numero in edicola e in parrocchia da domani, e disponibile on line, all'interno di un ampio servizio sul tema, con un intervento del teologo Giuseppe Trentin.

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