Flavio Tosi: «Autonomia del Veneto? La chiave è la ragionevolezza»

Richieste di assoluta autonomia finanziaria andrebbero soltanto a creare attriti e frizioni con il governo. Ma Flavio Tosi, “portabandiera” del progetto che punta sull’art. 132 della Costituzione, è convinto che esistano spazi e percorsi costituzionali per arrivare ad attuare il progetto che vuole dare maggior responsabilità alla regione.

Flavio Tosi: «Autonomia del Veneto? La chiave è la ragionevolezza»

Rilanciare nel Nordest il dibattito politico sull’autonomia.
È l’obiettivo da un lato di Luca Zaia e dall’altro del progetto “Macroregione triveneta”, che ha nel sindaco di Verona Flavio Tosi il suo “portabandiera” politico e che vede nell’art. 132 della Costituzione il grimaldello per riaprire il cantiere delle riforme regionali («Si può con legge costituzionale, sentiti i consigli regionali, disporre la fusione di regioni esistenti»).
La richiesta di palazzo Balbi di avviare un tavolo di negoziati sull’autonomia fra la regione e lo stato è pervenuta a Roma – grazie alla posta elettronica certificata diretta agli uffici del premier Renzi, con tanto di ricevuta di lettura – e già si registrano le prime aperture della politica nazionale.

Interpellato sulla questione, Flavio Tosi dà credito all’iniziativa, ma boccia invece la validità politica della via referendaria.
L’ex segretario della Lega veneta per ridare visibilità alla sua manovra politica conferma anche l’idea di candidarsi alle comunali di Roma: «Ci penso seriamente, deciderò subito dopo Pasqua. Molte persone mi chiedono di impegnarmi, e nel caos del centrodestra non vedo poi candidati con grandi esperienze amministrative».
La via maestra, prosegue il leader di Fare, è quella sostenuta dal comitato Macroregione triveneta «perché obbliga lo stato a trattare realmente la questione. Invece la proposta di referendum, che ha carattere consultivo, ha già un esito scontato: i veneti diranno certamente sì al referendum per l’autonomia, ma poi? Se invece le trattative sull’autonomia avranno un seguito e il punto di partenza sarà ragionevole si metterà un ulteriore tassello al percorso di riforme».
Il ministro degli affari regionali, Enrico Costa, ha reso noto che a brevissimo inizierà l’approfondimento della documentazione inviata dal Veneto: in sostanza niente aperture sul referendum sull’autonomia, definito un’invenzione politico-propagandista, ma ok a verificare la fattibilità di un disegno di legge di devoluzione di competenze.

La parola d’ordine per Flavio Tosi è ragionevolezza
«Se la trattativa sarà sulla falsariga di chiedere per il Veneto il 90 per cento delle tasse non ci sarà alcun margine, le porte se le troveranno chiuse dal governo Renzi e da tutti quelli che ci saranno dopo, di centrodestra e centrosinistra. Sarebbe un gioco a somma zero, perché tutte le regioni richiederebbero lo stesso trattamento, e anche dal punto di vista della finanza pubblica sarebbe insostenibile. Una misura generalizzata di questo tenore toglierebbe di colpo più di 100 miliardi di euro allo stato centrale, impensabile».
Meglio chiedere allora più autonomia e competenze su questioni che la costituzione prevede già oggi possano essere trasferite alle regioni ma anche, e soprattutto, più risorse finanziarie e maggiori libertà di manovra: «Mi tengo una parte di risorse – prosegue Flavio Tosi – e mi assumo più responsabilità come regione. La peggiore strategia è quella della demagogia, delle richieste insostenibili che produrrebbero solo frizioni con il governo. I percorsi e gli spazi costituzionali ci sono, gli attori in campo sono chiari, dipende solo dalle intenzioni delle parti, e in questo caso del Veneto».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: veneto autonomo (1), flavio tosi (1), autonomia (20)