In viaggio dalla Bassa a Padova: si parte presto, ma il miglioramento si vede

Assieme a lavoratori e studenti, abbiamo viaggiato in treno da Montagnana a Padova, parlando anche di bus e della macchina. Come il sistema è migliorato, cosa non va ancora tra prezzi alti e corse che saltano.

In viaggio dalla Bassa a Padova: si parte presto, ma il miglioramento si vede

Il primo treno che da Montagnana porta a Padova parte alle 6.03 e impiega poco meno di un’ora per arrivare in città.
Noi prendiamo quello delle 7.18: ad attenderlo ci sono studenti e lavoratori, alcuni si attardano al bar, una ragazza compra frettolosamente un biglietto dalla macchinetta automatica (che non accetta banconote, ma solo moneta o carte).
Proviamo a capire com’è la vita di un pendolare della Bassa padovana che quotidianamente affida sé stesso a un mezzo di trasporto. Il treno arriva puntuale scandito dall’incalzante campanella; ci sediamo e parliamo con Alessia, lavoratrice: «Negli ultimi tre-quattro anni il servizio è migliorato tanto, forse dovuto all’aumento delle tariffe, ma ora i vagoni sono nuovi, poco affollati e piuttosto puntuali. L’unico fastidio è che ci sono pochi diretti».

Quello sul quale siamo a bordo è l’ultimo della giornata che porta direttamente a Padova senza fare il cambio a Monselice.
Le facciamo, inoltre, notare che a metà mattinata, dopo quello delle 9.50, c’è un buco di tre ore: «Da quando ho iniziato l’università, più di 10 anni fa, non c’è mai stato un treno per coprire questa fascia oraria. Ci si adegua e in alternativa c’è la corriera».

Le frequenze del bus sono buone, con intervalli in media dai 20 ai 40 minuti tra un corsa e l’altra, e con il vantaggio di avere diverse fermate sotto casa.
Si impiega, però, mezz’ora di tempo in più e la tariffa è più alta rispetto al prezzo del treno che è di 4,90 euro. Non propriamente economico: «Mio padre si è fatto i conti e gli conviene andare in macchina – continua Alessia -. Alla lunga, il treno è oneroso per quanto ci siano gli abbonamenti che ti fanno risparmiare. Dipende anche da dove devi andare a Padova: l’anno scorso ho seguito un corso di formazione in zona industriale e non era così semplice ed economico arrivarci».

Arrivati puntuali a destinazione, fuori dalla stazione, le opportunità per andare in centro o all’Arcella o alla Guizza non mancano.
I tabelloni, con indicazioni precise su tratte e orari, rendono più facile e immediata la scelta: tra tram e numerose linee di bus, lo spostamento in città è davvero comodo e agevole. Ma che succede se decidiamo di andare, per esempio, in corso Stati Uniti come suggerito da Alessia? Le corse diminuiscono per numero e per frequenza: saliamo sulla linea 7, direzione Saonara, con partenza alle 8.15.
Nonostante varie deviazioni e giri arzigogolati, si riesce ad arrivare in corso Stati Uniti in orario per l’inizio di una giornata lavorativa. Le complessità emergono, però, durante la giornata, quando le corse si intervallano di mezz’ora in mezz’ora e si gioca con le lancette dell’orologio per non perdere la coincidenza del treno verso Montagnana.

Al ritorno...

Aspettiamo, così, il treno delle 17.10 e parliamo con Giulia, residente a Pernumia e insegnante a Padova
«I treni sono un po’ come la Provvidenza manzoniana: ti puoi solo affidare. Il servizio è peggiorato nonostante l’aumento del prezzo: qualche giorno fa hanno cancellato un treno e ho fatto un ritardo di 50 minuti su una tratta di mezz’ora di percorrenza. Tra le cose negative, devo dire che l’app di Trenitalia funziona: indica i ritardi così da potersi regolare».
Nonostante tutto, Giulia esclude la macchina «perché il parcheggio costa troppo» e il bus perché «segue gli orari degli studenti».

Scesi a Monselice, imbocchiamo il sottopasso e, dopo nemmeno 10 minuti di attesa per il cambio, il regionale parte alla volta di Montagnana.
Ci sono alcuni universitari e un signore che lavora dal pc portatile. Aria tranquilla e rilassata. Rivolgiamo due domande a Matteo, studente: «Cinque anni fa, dovevo sostenere un esame, il passaggio a livello non era chiuso e un furgoncino è passato, per fortuna preso solo di striscio. Il sistema adesso è centralizzato, più sicuro. I treni sono puliti e i controllori passano sempre, una rassicurazione per noi abbonati. La dipendenza dal treno ti limita perché devi uscire un quarto d’ora prima dall’aula o non mi posso intrattenere per un aperitivo, ma durante il viaggio posso riposare, leggere e anche incontrare amici».

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