Oggi in aula le due mozioni di sfiducia dopo il caso Guidi

Le intercettazioni che hanno portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi hanno a “cascata” innescato anche due mozioni di sfiducia al governo. L’inchiesta legata al progetto Tempa rossa, il giacimento in Basilicata gestito dalla Total con Mitsui e Shell, ha spinto il M5s e il centrodestra, sulla base dell’articolo 94 della costituzione italiana, a tentare la via della sfiducia per disarcionare da Palazzo Chigi il premier Renzi.

Oggi in aula le due mozioni di sfiducia dopo il caso Guidi

Due dunque le mozioni di sfiducia depositate in parlamento che saranno votate oggi: la prima a firma dei penstastellati, orfani del cofondatore Gianroberto Casaleggio scomparso martedì scorso a 61 anni, la seconda proposta dal capogruppo di Forza Italia Paolo Romani insieme a quello della Lega, Gian Marco Centinaio, e alla veronese Cinzia Bonfrisco, presidente dei Conservatori e riformisti (il gruppo di Raffale Fitto).

«Noi voteremo tutte le mozioni che vogliono mandare a casa Renzi», ha precisato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.
«La sfiducia al governo di Matteo Renzi io la voto con chiunque», ha replicato Matteo Salvini. La maggioranza del premier Renzi non dovrebbe avere particolari timori del voto parlamentare: numeri alla mano non ci sono rischi reali.
Tuttavia dopo il caso Guidi e le lotte di potere dentro e fuori il “giglio magico” renziano, anche nel Pd aumentano gli insofferenti – non necessariamente anti-renziani duri e puri – verso i metodi di gestione del potere e delle nomine pubbliche che il premier-segretario sta perseguendo con scientifica cronologia (con all’orizzonte la nomina del fedelissimo renziano Marco Carrai alla Cybersecurity).
Sempre il grillino Luigi Di Maio ha commentato con arguzia: «Il M5s voterà tutte le mozioni di sfiducia. In passato Forza Italia ha aiutato Renzi a salvarsi e oggi noi non possiamo permetterci che accada la stessa cosa».
Vedremo se ci sarà bisogno, alla conta parlamentare, di un piccolo aiuto in virtù di ciò che rimane del patto del Nazareno.

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