Ulss 16, ridisegnata la rete dei distretti

Secondo le indicazioni del piano socio sanitario della regione, i distretti sono stati accorpati a due a due. Le nuove strutture nascono con l’obiettivo di offrire una risposta efficace al territorio, senza diminuire gli attuali servizi, secondo il modello che l’Ulss sta già sperimentando nella Casa ai Colli.

Ulss 16, ridisegnata la rete dei distretti

Il mese di luglio ha portato un’importante novità nell’assetto organizzativo dell’Ulss 16. In ossequio alle direttive del Piano socio sanitario regionale 2013 sono infatti diminuiti da sei a tre, accorpandoli a due a due, i distretti socio sanitari.

Nelle intenzioni di palazzo Balbi ne sarebbero dovuti rimanere solamente un paio. I vertici di via Scrovegni, tuttavia, hanno preferito individuarne uno in più, sia perché la 16 è, con poco meno di mezzo milione di abitanti, l’Unità locale più popolosa del Veneto, sia perché la tripartizione meglio risponde a criteri di vicinanza, buona viabilità di collegamento e analogia delle problematiche socio-sanitarie.

E così, il nuovo distretto 1 nasce dalla fusione dei vecchi 1 e 2. Ha un bacino d’utenza 205 mila abitanti e comprende i comuni di Saonara, Noventa Padovana, Cadoneghe, Limena e la maggior parte del territorio di Padova. Il distretto funge da coordinamento territoriale complessivo ed è stato affidato alla direzione di Gianmaria Gioga.

Il distretto 2 riunisce, a ovest del capoluogo, il 4 e il 5. Nello specifico, i comuni di Cervarese Santa Croce, Mestrino, Rovolon, Rubano, Saccolongo, Selvazzano Dentro, Teolo,Veggiano Abano Terme, Montegrotto Terme e Torreglia. Responsabile del servizio ai 115 mila cittadini è il direttore Francesco Benettolo.

Il distretto 3, infine, raccoglie l’eredità del 3 e del 6. È il più esteso, comprendendo il quartiere Sud-Est di Padova e i comuni di Arzergrande, Brugine, Codevigo, Correzzola, Legnaro, Piove di Sacco, Polverara, Pontelongo, Sant’Angelo di Piove di Sacco, Albignasego, Casalserugo, Maserà e Ponte San Nicolò. Ha 166 mila utenti e a dirigerlo è stato chiamato Piero Realdon.

«Il dimezzamento dei distretti va considerato come una razionalizzazione prettamente organizzativa – spiega Alessandro Pigatto, direttore dei servizi sociali dell’Ulss 16 – Si risparmierà perché la linea di comando è più snella e immediata nella gestione, migliorando la capacità reattiva dei servizi». Per i cittadini, invece, non cambia niente, almeno nell’immediato: «Solo in una seconda fase, e dopo il necessario confronto con i sindaci, vedremo come sia possibile razionalizzare i punti di servizio. Razionalizzazione, è bene precisare, da intendersi come un potenziamento e non un taglio delle prestazioni erogate: meno distretti non significa che il bilancio dell’Ulss sarà ridotto».

Il servizio completo nel numero in distribuzione da sabato 20 e disponibile on line.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: Piano (17), sociosanitario (3), distretti (3), ridisegnati (1), sanità (92), tre (51)