Un minore su otto in povertà assoluta. Oltre 130 mila a rischio dispersione scolastica

Il preoccupante scenario delineato dall’Atlante dell'infanzia a rischio di Save the Children: in Italia vivono 669 mila famiglie con minori in condizione di povertà assoluta che, una volta sostenuti i costi per la casa e per la spesa alimentare, possono spendere solo 40 euro per la cultura e 7,60 per l’istruzione al mese. È un fenomeno che investe tutto il paese: i bambini in questa situazione sono 1.292.000, il 14 per cento in più in un solo anno.

Un minore su otto in povertà assoluta. Oltre 130 mila a rischio dispersione scolastica

Un viaggio nel sistema educativo italiano
L’Atlante dell’Infanzia a rischio 2017 di Save the children, giunto all’ottava edizione e per il secondo anno consecutivo edito da Treccani, è dedicato al mondo della scuola e intitolato significativamente – a 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani – “Lettera alla scuola”. Presentando nei giorni scorsi l’indagine in anteprima a Roma, Valerio Neri, direttore generale dell'organizzazione umanitaria, ha osservato che

«la scuola è un luogo chiave nell’infanzia di ogni bambino: è qui che i talenti e le relazioni vengono sviluppati, è qui che sono gettate le basi del loro futuro»; eppure «continuiamo a trovarci di fronte a una scuola che, a volte, alimenta le disparità. Ecco perché è necessario che sia riconosciuto il diritto di tutti i bambini a un’eguale istruzione, a prescindere dal contesto sociale ed economico in cui vivono».

Lo scenario delineato dall’Atlante non è infatti dei più rassicuranti
In Italia vivono 669 mila famiglie con minori in condizione di povertà assoluta che, una volta sostenuti i costi per la casa e per la spesa alimentare, possono spendere solo 40 euro per la cultura e 7,60 per l’istruzione al mese. È un fenomeno che investe tutto il paese: i bambini in questa situazione – 1.292.000, il 14 per cento in più in un anno – rappresentano il 12,5 per cento del totale dei minori (il 12 per cento al Nord, l’11,6 al Centro, il 13,7 al Sud). 

In questa cornice, la correlazione tra condizione socio-economica e successo (o insuccesso) scolastico è più forte che in altri paesi europei
Nelle scuole caratterizzate da un indice socio-economico basso l’incidenza di ripetenze rispetto alle scuole con un indice elevato è 23 punti percentuali maggiore, mentre la differenza media nei paesi Ocse è del 14,3 per cento. Negli ultimi decenni sono stati compiuti importanti passi in avanti nel contrasto alla dispersione scolastica, con una tendenza positiva che ha visto il tasso di abbandono abbassarsi progressivamente.

Tuttavia, se il dato nazionale è oggi pari al 13,8 per cento, la Sicilia detiene il primato negativo del 23,5 per cento, seguita dalla Sardegna (18,1 per cento). Secondo l’associazione, il fenomeno continua a rappresentare una delle principali sfide con cui la scuola italiana deve fare i conti perché ogni anno oltre 130 mila ragazzi sono a rischio dispersione scolastica.

Una sfida alla quale Save the children risponde con Fuoriclasse in movimento, iniziativa nata dallo sforzo congiunto dell’organizzazione e dei docenti delle scuole di primo e secondo grado, che mette in rete 150 istituti in tutta Italia, raggiungendo in modo diretto 20 mila minori e coinvolgendo attivamente circa duemila insegnanti e mille genitori. Obiettivo, cambiare le politiche scolastiche, partendo dal dialogo tra docenti, studenti e famiglie: strumento centrale in questo percorso sono i Consigli fuoriclasse, tavoli di confronto per definire insieme soluzioni e azioni di cambiamento. 
Grazie al programma, soggetto a valutazione di impatto e illustrato insieme all'Atlante, in questi primi due anni nelle scuole secondarie aderenti il numero di assenze medio è stato dimezzato, i ritardatari cronici sono stati ridotti dell’8,6 per cento; il 5 per cento degli studenti ha migliorato il rendimento. Risultati positivi anche nelle primarie.

Per Massimo Bray, direttore generale di Treccani, di fronte alle rivoluzioni culturali e antropologiche della storia dell’umanità la società italiana deve «adeguare rapidamente il proprio sistema formativo», mentre Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia-Europa di Save the children, avverte:

«La scuola italiana è stata spesso lasciata sola. In un paese segnato da grandi squilibri territoriali, occorre un dispositivo nazionale per sostenere le scuole nei contesti più svantaggiati».

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