A 450 anni dalla nascita: Francesco di Sales e Padova

Il giovane savoiardo frequentò l’università patavina tra il 1588 e il 1592. Qui studiò diritto, ma anche teologia, rischiò di morire per una misteriosa malattia e chiese che il suo cadavere fosse messo a disposizione dei docenti e degli studenti di medicina. Qui maturò la sua scelta sacerdotale.

A 450 anni dalla nascita: Francesco di Sales e Padova

«Ciò di cui abbiamo bisogno è una tazza di comprensione, un barile di amore e un oceano di pazienza».
Con questa citazione di san Francesco di Sales don Marco Sanavio, direttore dell’ufficio pastorale per le comunicazioni sociali, conclude nel sito diocesano la sua riflessione sul “filo doppio” che lega la città di Padova al santo savoiardo, patrono dei giornalisti per la sua passione per la parola orale e scritta.

Un personaggio di cui ricorre, il prossimo 21 agosto, il 450° anniversario della nascita, avvenuta nel 1567.

«Apostolo, predicatore, scrittore – lo descrisse sinteticamente papa Benedetto XVI – uomo d’azione e di preghiera; impegnato a realizzare gli ideali del concilio di Trento; coinvolto nella controversia e nel dialogo con i protestanti, sperimentando sempre più, al di là del necessario confronto teologico, l’efficacia della relazione personale e della carità; incaricato di missioni diplomatiche a livello europeo, e di compiti sociali di mediazione e di riconciliazione. Ma soprattutto san Francesco di Sales è guida di anime. (...) È un testimone esemplare dell’umanesimo cristiano; con il suo stile familiare, con parabole che hanno talora il colpo d’ala della poesia, ricorda che l’uomo porta iscritta nel profondo di sé la nostalgia di Dio e che solo in Lui trova la vera gioia e la sua realizzazione più piena».

Primo di 13 figli (la madre Françoise de Sionnaz, come non era inconsueto allora, si era sposata che aveva appena 14 anni), François era stato destinato dal padre François des Nouvelles, signore di Boisy, alla carriera giuridico-amministrativa.
Per questo fu mandato a studiare prima a Parigi e poi a Padova, dove giunse accompagnato dal fratello minore Gallois, che avrebbe frequentato la scuola di grammatica dei Gesuiti, e dal precettore, il reverendo Giovanni Déage.

Tra l’ottobre del 1588 e il gennaio del 1592 quindi il futuro santo, non ancora sacerdote ma già proteso verso un’intensa adesione al vangelo, visse nella nostra città, dove si laureò a pieni voti in utroque iure (diritto civile e canonico) il 5 settembre 1591.

«Mentre ero a Padova – ricorderà più tardi – studiavo diritto per piacere a mio padre, ma per piacere a me studiavo teologia».
Ebbe come maestri di diritto docenti insigni come Guido Panciroli, Giacomo Menocchio, Angelo Matteazzi, ma anche illuminanti guide spirituali, come il gesuita Antonio Possevino, reduce da importanti seppur non sempre fortunate missioni ecclesial-diplomatiche in Polonia e Russia. Siamo nei primi anni di attuazione del concilio di Trento, che si era concluso nel 1563, e il contrasto con i protestanti è violento.

Anche Francesco di Sales si trovò turbato dalla questione della predestinazione, che risolse senza troppe speculazioni teologiche, ma con un abbandono fiducioso alla misericordia e all’amore divino.
Negli anni padovani egli conobbe, senza cedervi, il malcostume e le sregolatezze della vita studentesca, partecipò alla riforma dell’insegnamento allora in corso, che prefigurava in qualche modo il prossimo arrivo di Galileo, e fu anche sul punto di morire per una misteriosa malattia che lo ridusse in fin di vita e che lo spinse a una scelta allora inaudita: la donazione del suo cadavere a studenti e docenti di anatomia.
Fu nelle settimane di convalescenza che scrisse il regolamento della sua vita interiore di cui si conservano i passi più importanti. Vi si trova traccia, soprattutto ne L’esercizio del sonno o riposo spirituale e nelle Norme per le conversazioni e gli incontri di filosofi umanisti come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.

E sicuramente nell’ambiente padovano Francesco avrà incontrato le opere del Bembo e del Castiglione. Ma egli le leggerà e le interpreterà alla luce dell’amore vero, la caritas di Cristo. Un amore caritatevole che lo guiderà per tutta la sua vita sacerdotale iniziata nel 1593 e conclusa con la morte, nel 1622. Un amore che già a Padova lo portò, con molta probabilità, a insegnare nell’orfanotrofio dei Nazareni.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: francesco-di-sales (1), università-di-padova (16), teologia (25)