A Lourdes “con” gli ammalati: questo è l’obiettivo

Sono ancora aperte le iscrizioni al pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi a Lourdes in calendario dall’1 al 7 luglio.
400 per ora i partecipanti: cento affronteranno il viaggio in aereo e trecento in treno. Di questi, 200 formano il gruppo dei volontari, composto da un centinaio di sorelle, un’ottantina di barellieri, il resto medici e infermieri. Un “popolo in cammino”, quindi, partirà da Padova, verso la grotta di Lourdes.

Accanto ai malati e alla sofferenza. «La sofferenza ci chiama a dare una mano – spiega Bruna Ferrari, presidente diocesana dell’Unitalsi – Come volontari è un mettersi accanto agli ammalati, nella loro situazione di dolore e difficoltà. È un assisterli concretamente, offrendo supporto e aiuto negli spostamenti e in alcune azioni quotidiane, come mangiare, ma è anche condividere un’esperienza di amicizia, un raccontarsi reciprocamente, un creare legami che poi perdurano nel tempo. Andiamo a Lourdes non “per” i malati, ma “con” i malati».
È infatti il malato, la figura centrale dei pellegrinaggi a Lourdes. «Sono loro i protagonisti – continua la presidente – Tutto nel pellegrinaggio è pensato e fatto in funzione loro. E c’è chi ritorna sempre volentieri e attende questo momento, come una nostra cara amica, una bambina di 10 anni, gravemente ammalata... Desidera tanto venire e poi è lei che ci dà la carica, ci commuove e ci contagia con la sua gioia durante il pellegrinaggio».

Una trentina di volontari sono ragazzi tra i 16 e 19 anni: sono una presenza preziosa e una testimonianza importante, curando, in particolare, il servizio al refettorio e spingendo le carrozzine negli spostamenti e durante le celebrazioni. «I malati cercano i giovani, sono contenti di sentirli e vederli al loro fianco. I ragazzi, d’altro canto, li avvicinano con spontaneità e leggerezza, nonostante la gravità di alcune situazioni».
Questi giovani sono arrivati all’Unitalsi attraverso il passaparola tra amici e lo sprone del parroco: vengono in particolare dalle comunità di Tombelle, Montegrotto, Cazzago, dal seminario maggiore e minore, dalla realtà dell’istituto Barbarigo. «Chi vive l’esperienza da volontario ritorna sempre – sottolinea Ferrari – Tra questi c’è una coppia di sposi. Si sono conosciuti qualche anno fa a Lourdes e ancora oggi vengono al santuario da marito e moglie e con i loro due bambini di quattro e un anno».

Lourdes rappresenta un’oasi di pace e di speranza. «E soprattutto è un momento di abbandono grande: ciascuno qui sente il sostegno personale di Maria. Quando si arriva alla grotta, poi, è una pace infinita. Qui ho visto un amico scettico mettersi a singhiozzare senza riuscire a fermarsi. Ognuno, è vero, ha le proprie reazioni, ma in tutti resta la voglia e il richiamo a ritornare».
Il pellegrinaggio vive di momenti intensi di preghiera. La giornata inizia alle 6.15 con la messa per il personale e poi prende avvio il servizio ai malati, accolti nella struttura Salus. Da qui ogni giorno escono a turno, accompagnati, per la visita alla grotta; il bagno nelle piscine; l’incontro penitenziale, con possibilità di vivere la confessione personale; il rosario; la celebrazione eucaristica; la via Crucis (che per chi può camminare da solo si snoda lungo il monte sopra la grotta, per gli altri in una zona piana del santuario) e alla sera ci sono i flambeaux (torce accese) con la benedizione e la processione eucaristica. Ma la settimana prevede anche il ricordo degli anniversari di matrimonio e tempi di riflessione, formazione e catechesi. C’è, inoltre, una serata dedicata ai giovani volontari e una animata dal servizio civile nazionale.

La sede dell’Unitalsi è in via Vescovado 29, a Padova; per informazioni: 049-8771745 e unitalsi.pd@tin.it