A Maserà e Montagnana: ragazzi e animatori felici al grest

Da Maserà a Montagnana, bilancio positivo per l'esperienza del grest in cui tutti, dai ragazzi agli animatori, hanno sperimentato un tempo disteso in cui coltivare le relazioni, ma anche approfondire la propria appartenenza alla comunità parrocchiale, anche grazie al contributo dei volontari di Noi associazione.

A Maserà e Montagnana: ragazzi e animatori felici al grest

Anche se molte parrocchie lo vivono nel mese di settembre, si può dire che con l’avanzare del mese di luglio la stagione preferita dai grest si stia avvicinando al termine. Si è concluso lo scorso 1° luglio il grest di Maserà, iniziato due settimane prima e che ha coinvolto 250 ragazzi, 45 animatori e numerosi adulti tra genitori e volontari del Noi. L’esperienza ha avuto come titolo “Dhakira - Memorie di futuro”; per organizzare il grest è stato scelto un sussidio della cooperativa Oragiovane, opportunamente modificato per adattarlo non solo alla realtà della parrocchia di Maserà, ma anche agli orientamenti pastorali dell’anno che sta per finire, legati al concetto di sosta.

«Il nostro grest – spiega suor Bruna Tosetto, suora di Santa Maria di Loreto che presta servizio proprio a Maserà – ha messo al centro la memoria, che ci permette di prendere consapevolezza di chi siamo e delle nostre origini prima di progettare il futuro».

Tra scenette, giochi e attività i ragazzi hanno letteralmente scavato per scoprire le loro radici, attraverso una figura che già li aveva accompagnati durante l’ultimo anno catechistico: «A partire dalla chiamata di Mosè presso il roveto ardente, ci siamo fermati a scoprire da dove viene la nostra fede. Mosè è stato inviato da Dio perché nascesse un popolo, immagine della futura chiesa».

Il grest dunque, prolungamento e compimento dell’anno, ha confermato nel gioco e nelle attività creative quello che già i ragazzi avevano appreso durante l’anno: «Per i bambini fermarsi significa assaporare quei piccoli momenti di sosta e tranquillità così rari durante l’anno. Al grest, finalmente, hanno la possibilità di “sostare” e godere della bellezza della vita».

Gli animatori iniziano a formarsi fin dal mese di ottobre, mentre la preparazione delle attività comincia nel mese di maggio: «Prima delle parti “pratiche” – precisa suor Bruna – è importante che i giovani animatori si possano appropriare del tema, lavorando prima di tutto nella loro formazione personale e spirituale. Solo se questi valori diventeranno i loro valori potranno trasmetterli nel gioco e nei momenti educativi ai ragazzi che incontreranno. Chiediamo infatti agli animatori di avere come priorità assoluta l’attenzione e la cura dei bambini: sanno che nel grest potranno trasmettere il loro stile».

Anche i ragazzi di Maserà si sono formati con la proposta del GreStyle della pastorale dei giovani in collaborazione con il Noi territoriale di Padova.

A Montagnana il grest è durato tre settimane, dal 12 al 30 giugno. Diciotto giorni tra pomeriggi di giochi e laboratori e gite fuori porta. Ad accompagnare i 150 ragazzi e gli oltre 40 animatori il tema del desiderio, grazie alla guida Espera – Un desiderio per domani, edita dai salesiani.

Le giornate iniziavano alle 15, con laboratori, balli, preghiera e si concludevano alle 18.30, dopo giochi e attività all’aria aperta. Le gite sono state momenti importanti anche per comunicare il tema del grest: oltre a un’uscita più ludica in un parco acquatico in provincia di Verona, ragazzi e animatori hanno affrontato il percorso sugli alberi alle Fiorine e il labirinto del parco di Valsanzibio, entrambi luoghi in cui superare ostacoli e vincere le proprie paure per raggiungere un obiettivo desiderato. Il Villaggio della gioventù, il grande centro parrocchiale di Montagnana, ha aiutato in modo sostanziale.

Oltre a tenere aperti gli spazi con baristi e volontari, i volontari del circolo Noi hanno organizzato il grande momento conviviale del 30 giugno in conclusione del grest, fornendo l’allestimento per lo spettacolo finale preparato dai giovani.

Ma cosa desiderano i ragazzi? «I bambini – spiega il vicario parrocchiale don Luca Milani, che ha seguito da vicino la proposta – hanno dimostrato di avere necessità di trovare tempo buono e bello per stare sereni, per trovare un po’ di gioia ma anche per svagarsi. Dopo mesi di scuola, sport e impegni a non finire nel grest giunge finalmente il momento per stare insieme e divertirsi». Ma c’è un altro desiderio: «Hanno bisogno di figure di riferimento diverse dai genitori, dai professori e dagli allenatori sportivi. Vedono perciò negli animatori persone di cui fidarsi».

E infine, che cosa desidera la comunità? «La speranza è che l’esperienza di Gesù, trasmessa da loro ai nostri giovani, possa continuare ad essere annunciata in una catena ininterrotta di cui i bambini sono l’anello più giovane. Il desiderio è che questi figli non siano abbandonati, ma si possano sentire pienamente figli della comunità».

E gli animatori? «Desiderano anche loro fare gruppo. Il grest è un modo per aggregarsi e rinsaldare amicizie. I nostri ragazzi vogliono però anche essere messi alla prova, anche a costo di una grande mole di impegno».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)