A Padova ripartono i percorsi per separati-divorziati-risposati e vedovi
Stanno partendo in queste settimane le proposte dell'ufficio diocesano per la pastorale della famiglia rivolte a separati, divorziati e risposati. Domenica 25 ottobre a Torreglia al via il biennio con appuntamenti mensili che in 11 anni è stato frequentato da quasi 300 persone. È partito da poco anche il cammino incentrato sulla parola di Dio per chi vive la vedovanza.
Luoghi privilegiati dove trovare un senso al dolore e possibilità di confronto tra quanti hanno vissuto una stessa esperienza. Continuano gli itinerari di spiritualità offerti dall’ufficio di pastorale familiare per persone che vivono un legame o una nuova unione e per chi è vedovo. Quest’anno il fil rouge sarà il tema della misericordia.
Domenica 25 ottobre prende quindi avvio il percorso mensile per separati, divorziati e risposati con un primo appuntamento su “Le storie familiari: luogo di salvezza e misericordia”. Il percorso si articola in un biennio, con incontri a tema che consentono, a chi desidera vivere questa esperienza, l’inserimento in qualsiasi momento. Ogni incontro si svolge la domenica pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.30, presso casa Sacro Cuore di Torreglia.
«L’itinerario – spiega Ilaria Zanetti, con il marito nell’équipe degli accompagnatori – mira a offrire un’oasi di riparo alla luce della Parola nella quale ogni singola persona, sola o coinvolta in una nuova relazione, è mossa dalla stessa voglia di vangelo, di buona notizia, di bene, dopo aver vissuto situazioni di perdita, di fatica, di abbandono. Il desiderio che accomuna i partecipanti è perciò lo stesso: assaporare e godere della parola di Dio in un ambiente non giudicante».
La proposta, che vive il suo 11° anno, ha visto quasi 300 partecipanti, con un range dai 30 ai 70 anni, e ha affrontato di volta in volta temi diversi e al tempo stesso ciclici per la strutturazione a biennio, dalla solitudine al dolore, dal perdono alla genitorialità. «Le persone che scelgono di partecipare a questi incontri mostrano le proprie ferite e infermità da cui vogliono guarire. Chiedono di essere accolte e non giudicate; inoltre cercano spazi nuovi e relazioni di fiducia nella comunità cristiana. Viene da auspicare che questo gruppo non debba più esistere, se ciò significasse che ciascuno ha trovato il proprio spazio all’interno delle proprie comunità e non sia quindi più necessario incontrarsi “per condizione” dato che siamo tutti spinti dallo stesso desiderio: diventare “discepolato accogliente e ospitale”».
Sempre di domenica pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.30, in casa del clero, via san Girolamo 25 a Padova, si svolgono anche gli incontri di spiritualità per le persone che vivono in stato di vedovanza. Si tratta di un itinerario che consta di cinque incontri, da ottobre a maggio, e che vede in media la presenza di una ventina di persone. Il primo appuntamento si è svolto domenica 11 ottobre sul tema “Giobbe: dalla sofferenza alla pace”. Le altre date in calendario sono il 29 novembre, il 21 febbraio, il 10 aprile e l’8 maggio. «Il nostro desiderio – afferma Sabrina Squarcina dell’équipe degli accompagnatori – è andare incontro alla sofferenza che la persona vedova vive nel momento in cui viene a mancare la persona amata. Questo gruppo permette di incontrare il Signore, anche attraverso la sofferenza. Il Cristo Risorto può dare significato alla morte che ti precede e ti chiama, può dare un senso al dolore, può far incontrare la sposa e lo sposo che tu hai perso qui».
In ogni incontro si parte dal vissuto delle persone per arrivare a offrire un momento anche formativo. «Non utilizziamo mai lo stesso format: per ogni incontro ci sforziamo di utilizzare linguaggi nuovi che vadano incontro anche alle diverse sensibilità. Passando sempre attraverso la parola di Dio». E il bisogno più grande che emerge è la condivisione. «L’importanza di trovare qualcuno che ti capisce perché ha toccato e provato il tuo stesso dolore. C’è davvero tanto bene che circola tra chi partecipa al percorso, tra noi che provochiamo e accompagniamo. È un bene che entra, sostiene e va oltre l’incontro! C’è anche il bisogno di trovare un senso a questo dolore e a quanto accaduto, e il fatto di avere età diverse tra i partecipanti permette davvero uno scambio profondo e un proficuo e affettuoso sostenersi a vicenda».
Importante è che anche la comunità cristiana e parrocchiale si apra a una riflessione seria sul significato e potenzialità della vedovanza. «È necessario, come dice il direttorio, che sappia aiutare chi è nello stato di vedovanza a rimotivare la propria vita anche per mezzo di momenti di preghiera, di riflessione e di impegno fattivo e operoso nella comunità. Sarebbe importante che attraverso l’azione discreta di famiglie vicine, amiche e attente, si attuassero forme di sostegno e di carità spirituale e materiale, in particolare nei primi tempi del lutto».