A San Marco di Camposampiero il campo estivo si vive… zaino in spalla

From San Marco to San Marco: si chiama così il campo scuola che il gruppo giovanissimi della parrocchia di San Marco di Camposampiero vivrà dal 1° al 7 agosto. Durante i sette giorni di cammino non verranno fatte attività particolari: il filo conduttore del percorso è la storia di san Marco e dentro allo zaino ci sarà spazio solo per le cose essenziali, cercando ospitalità dalle parrocchie lungo il tragitto.

A San Marco di Camposampiero il campo estivo si vive… zaino in spalla

È un campo esperienziale itinerante, quello che si apprestano a vivere i giovanissimi di Camposampiero
«La meta finale – spiega Monica Zanon, l’animatrice che, con Giampaolo Concolato, accompagnerà i ragazzi di seconda e terza superiore – è San Marco a Venezia e la raggiungeremo a piedi, partendo dalla nostra parrocchia, con uno zaino in spalla con il minimo necessario. Percorreremo una ventina di chilometri al giorno e troveremo ospitalità, per la notte, in parrocchie che ci hanno dato disponibilità. Per alcune tappe non abbiamo ancora trovato accoglienza, ma noi crediamo nella Divina Provvidenza e siamo fiduciosi!».

Camminando lungo l’Ostiglia e poi lungo il Sile, il gruppo si fermerà a Santa Cristina di Quinto, Casale sul Sile, Croce di Musile, Lido di Jesolo e Cavallino Tre Porti. Quindi con il traghetto verso Venezia fino ad arrivare a San Marco.
Per il ritorno invece in treno fino a Piombino Dese e poi di nuovo a piedi.

Durante i sette giorni di cammino non verranno fatte attività particolari: il filo conduttore del percorso è la storia di san Marco e dentro allo zaino ci sarà spazio solo per le cose essenziali, niente cibo: giunti nelle varie tappe ci si ferma ad acquistare il necessario da consumare poi nelle parrocchie che danno ospitalità.

«L’idea di un campo itinerante – continua l’animatrice – è nata per un motivo banale: i ragazzi volevano andare al mare! Non abbiamo trovato case che rientrassero nel nostro budget e così abbiamo optato per questa proposta. All’inizio erano un po’ perplessi, poi hanno accettato con entusiasmo. Quest’anno abbiamo affrontato il tema del volontariato, i ragazzi però non erano ancora pronti per vivere l’esperienza di un campo di volontariato. Come animatori abbiamo capito che dovevamo concentrarci sul tenere unito il gruppo e così il cammino ci è sembrata la proposta più appropriata e anche una giusta metafora: ci si deve sostenere a vicenda, aiutarsi. Se uno è stanco il gruppo rallenta. Il campo rappresenta così l'ideale conclusione di un anno di cammino fatto insieme».

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