“Abano può rinascere, solo con un rinnovato impegno etico e culturale”

Il documento del consiglio pastorale del Sacro Cuore di Abano Terme: l'arresto del sindaco ha rappresentato la prova che la corruzione è per molti cittadini una normale pratica politica. Il possibile arrivo dei profughi nell'ex caserma di Giarre ha suscitato espressioni ed atteggiamenti inaccettabili, soprattutto in una città che per vocazione storica è dedita alla ospitalità e all’accoglienza. Il principio di verità, i valori della giustizia e della legalità, il valore della vera ospitalità vanno rimessi al centro della vita civile, perché la città può rinascere dal punto di vista economico e politico soltanto sulla base di un rinnovato impegno etico e culturale.

“Abano può rinascere, solo con un rinnovato impegno etico e culturale”

Il consiglio pastorale del Sacro Cuore di Abano Terme osserva con grave preoccupazione i segni del degrado etico in cui affonda la città.
A giugno l’arresto di alcuni funzionari comunali, di imprenditori locali e del sindaco non ha rappresentato soltanto il triste epilogo di alcune storie personali, ma la prova che la corruzione è per molti cittadini una normale pratica politica. Perché il primo cittadino era stato appena rieletto, tra grandi festeggiamenti, nonostante su di lui da più di un anno fosse in corso un’inchiesta giudiziaria di vaste proporzioni.

Pochi giorni or sono, la notizia che nella vecchia caserma di Giarre potessero essere ospitati alcune centinaia di profughi ha scatenato una reazione straordinaria.

Le proteste di chi è preoccupato per i riflessi sulla vita cittadina e per la sorte degli infelici che vi saranno reclusi si sono mescolate con espressioni ed atteggiamenti di chiara impronta razzista. Espressioni ed atteggiamenti che sono inaccettabili, soprattutto in una città che per vocazione storica è dedita alla ospitalità e all’accoglienza.

La comunità cristiana non possiede soluzioni tecniche per risolvere i problemi, né schieramenti politici da appoggiare, ma sente l’obbligo di ricordare e praticare i principi che derivano dal vangelo e dalla dottrina sociale della chiesa.
Primo tra tutti il principio di verità. I cristiani devono evitare i pregiudizi e non rincorrere i luoghi comuni, ma sforzarsi di rimanere fedeli ai fatti, ai dati obiettivi, all’esperienza personale. In maniera che il dramma dei profughi non diventi un comodo alibi per dimenticare i gravi problemi morali, sociali ed economici che la città possiede.
Occorre poi rimettere al centro della comunità i valori della giustizia e della legalità, quali condizioni indispensabili per una sana vita civile, economica e politica.
Infine bisogna tornare all’ospitalità non solo come un affare economico, ma prima di tutto come un valore etico da vivere con tutti coloro che ad Abano giungono dall’Europa e dal mondo. Certo, è facile essere ospitali con chi è bianco e paga l’albergo, più difficile è esserlo con il profugo che possiede un’altra cultura ed altro colore di pelle. Ma il valore dell’ospitalità e dell’accoglienza non funziona a fasi alterne e considera ogni essere umano degno di rispetto.

Per questo motivo, da anni, ad Abano il Centro di Aiuto alla Vita va incontro ai problemi di giovani mamme, soprattutto straniere, consentendo loro di portare a termine la gravidanza e di dare al mondo una nuova vita.
Ora però il Centro rischia il collasso per le aumentate richieste di aiuto. Perciò l’invito che il consiglio pastorale rivolge a tutti è di aiutarlo in ogni modo, con sussidi economici e con opere di volontariato. E’ il contributo che la comunità cristiana può dare alla rinascita della città.
Perché Abano può rinascere dal punto di vista economico e politico soltanto sulla base di un rinnovato impegno etico e culturale.

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