All'Antonianum festa di fine anno già guardando oltre

Sempre ricchissima la proposta formativa, a tutto tondo, del centro Antonianum. Ma, per il nuovo direttore padre Sergio Bastianel «si può ulteriormente offrire un contributo specifico per Padova secondo la nostra spiritualità».

All'Antonianum festa di fine anno già guardando oltre

Domenica 11 giugno, dalle 10 alle 18 al centro Antonianum di Prato della Valle, si svolge la consueta festa di fine anno. «È un momento ormai entrato nel nostro calendario – conferma padre Guido Bertagna, gesuita dell’Antonianum – e ci permette di incontrare sia chi frequenta abitualmente il centro per le tante attività che qui si tengono, sia di guardare all’esterno, verso chi ci vuole conoscere».

La festa di quest’anno permette però anche di dare il benvenuto al nuovo direttore dell’Antonianum, padre Sergio Bastianel, nato a Collalto di Treviso nel 1944, per 29 anni alla Gregoriana di Roma e negli ultimi sei anni alla Facoltà teologica dell’Italia Meridionale a Napoli.

«Prima avevo solo una conoscenza esterna dell’Antonianum, della sua storia e della sua situazione attuale – racconta il neodirettore – Ho cominciato solo adesso, dopo essermi messo in ascolto per alcuni mesi, a coordinare le realtà che ci sono senza snaturarle, nella fisionomia naturale del luogo che, fin dal suo logo, è un centro ignaziano di formazione e di cultura». Nell’agenda dell’Antonianum i padri gesuiti – che da luglio confluiranno con la loro provincia italiana in quella euro-mediterranea che comprenderà anche Malta e l’Albania – accompagnano e danno ospitalità a gruppi, associazioni e movimenti, in particolare i giovani scout padovani. Molto rinomata la collaborazione con il centro universitario di via Zabarella, con i corsi di cultura e il lavoro insieme ad alcuni docenti dell’università per dei cicli di conferenze filosofiche, che proprio quest’anno hanno compiuto vent’anni.

Padre Sergio Bastianel ha in mente come i gesuiti possano rendersi ancora più preziosi: «Dobbiamo rendere ulteriormente più unitario il centro stesso, offrendo un contributo specifico per Padova secondo la nostra spiritualità». Insomma, lasciare l’impronta del carisma gesuita. Come? Padre Bastianel individua due punti: «Prima di tutto, la grande eredità degli esercizi spirituali di sant’Ignazio, nella formazione alla vita cristiana e alla preghiera. C’è già molto ma possiamo potenziarlo: abbiamo già preso contatti con villa Immacolata, la casa di spiritualità della diocesi di Padova, per suggerire altre iniziative per il prossimo anno. C’è anche l’idea di collaborare con gli esercizi spirituali serali nelle parrocchie e di essere a supporto dei sacerdoti».

Il secondo punto, invece, riguarda una lettura del cuore dell’esperienza cristiana alla luce dei segni dei tempi: «Pensiamo a proposte sullo stile del “corso” che però non sia uno tra i tanti, ma sappia davvero entrare nella vita delle persone che incontriamo, a partire dal loro vivere con una coscienza cristiana, in connessione con la Parola di Dio e la tradizione della chiesa». All’Antonianum, però, c’è già tantissimo da cui partire. Piccoli gesti che contribuiscono a fare la differenza: «In collaborazione con la “Borsa lavoro” – aggiunge padre Bertagna – abbiamo ospitato tre giovani migranti che si sono inseriti professionalmente all’Antonianum, in collaborazione con Popoli insieme. È stata un’opportunità preziosa per collaborare con questi giovani e permettere che in loro maturassero competenze nuove, arricchendo il loro curriculum e permettendo di proseguire il loro percorso di inserimento in Italia. Non da ultimo, è preziosa l’amicizia che si è venuta a creare».

L’Antonianum, insomma, continua a essere un centro importante per la vita culturale e spirituale di Padova: «Da una parte – conclude Bertagna – contiamo di continuare a tenere alta l’attenzione su umanità, cultura e qualità della vita sociale, dall’altra ci prendiamo a cuore la formazione alla fede e la crescita delle persone, dai bambini ai giovani, dagli adulti agli studenti universitari che ogni giorno sono da noi, intensificando i contatti e i cammini comuni».

Parole chiave: antonianum (11), spiritualità (22)