Alla Provvidenza è un Natale in dialogo col territorio

Numerosi gli appuntamenti di Natale all’Opsa, la "città nella città" voluta dal vescovo Bortignon che accoglie seicento ospiti e altrettanti dipendenti. Il tutto anticipato da due momenti importanti: il conferimento della cittadinanza straordinaria, da parte del comune di Rubano, agli ospiti che vivono all’Opera da più di cinquant’anni e il presepe realizzato insieme agli alunni della primaria di Veggiano.

Alla Provvidenza è un Natale in dialogo col territorio

Un Natale ricco di fermento e di relazioni quello che caratterizza l’Opera della Provvidenza. Per la “città dentro alla città” che vive alle porte di Padova – seicento ospiti e altrettanti dipendenti – il cammino di avvento prima e le celebrazioni natalizie poi vedono un coinvolgimento ampio di ospiti e territorio. Il calendario natalizio si è aperto venerdì 19 dicembre alle 15.30 con il canto della Chiara stella per i diversi nuclei dell’Opera, animato dai seminaristi di minore e maggiore.
Martedì 23 alle 18 (con “replica” il 1° gennaio, stessa ora) l’appuntamento storico con il teatro di Natale. Sul titolo “Un fuoco risplende laggiù”, una cinquantina di ospiti proporranno un messaggio natalizio a parenti, dipendenti e quanti desiderano passare un pomeriggio di festa all’Opsa.
«Questo momento tradizionale – afferma Marta Michelotto, responsabile dell’area educativa – è davvero molto sentito. Da sempre. E coinvolge tutta la realtà dell’Opera! Accanto infatti alla compagnia teatrale di una cinquantina di ospiti, c’è un gran movimento e impegno da parte di suore, manutentori, referenti del guardaroba... Rappresenta quasi una pausa rispetto al fare quotidiano. E nell’occasione il Gesù Bambino è scelto tra gli ultimi figli nati tra i dipendenti».

Mercoledì 24 alle 15.45 si celebra la messa vespertina di Natale presieduta dal vescovo Alfredo Magarotto.
Il 26 alle 15, Babbo Natale scenderà quindi in elicottero all’Opsa e il 31, grazie all’animazione degli educatori interni e volontari della Caritas, si vivrà la festa di Capodanno. Ma accanto alle proposte strutturate per l’intera Opera della Provvidenza, parenti e affezionati, c’è anche un lavoro specifico per ogni settore.
«All’interno di ciascuno dei trenta nuclei – continua Michelotto – si vivono momenti più domestici, come costruire il proprio presepe e albero, coinvolgendo in questo anche i familiari che hanno l’opportunità di vivere momenti significativi con i propri cari. Tutto il mese di dicembre è quindi caratterizzato da un gran fermento e fervore di visite e di telefonate. È un brulicare di presenze, dove si respira la dimensione grande di paese e di singola comunità. È come se tutto all’interno si fermasse per un attimo e poi si aprisse all’esterno, per colloquiare e relazionarsi sì con i parenti, ma anche con la gente del territorio. In una continua attenzione alla singola persona».
È infatti caratterizzato da questa duplice spinta il gran lavoro che coordinatori e educatori stanno portando avanti con passione e con le fatiche che caratterizzano la normale quotidianità. «Sono una cinquantina gli ospiti che vivranno per la prima volta il loro Natale qui. Cosa vuol dire per loro questo? Come accompagnarli e sostenerli? Sono domande che in questa struttura ricca di umanità possono e devono trovare risposta».

Grande è anche l’impegno sul fronte della promozione culturale. Dove non è più solo protagonista la dimensione della carità che entra, ma è l’Opsa stessa che si fa strumento di crescita sociale. Due gli eventi emblematici di questo mese.
Il 3 dicembre, giornata internazionale dei diritti della persona disabile, il sindaco di Rubano, Sabrina Doni, ha conferito, su proposta dell’Opsa stessa, la cittadinanza straordinaria agli ospiti che da più di cinquant’anni vivono dentro l’Opera. «L’obiettivo – sottolinea Michelotto – è che diventi una tradizione e che apra una riflessione e attenzione del comune sui cittadini disabili. È segno di apertura a una nuova relazionalità che come Opsa vogliamo promuovere». Importante anche il lavoro svolto con gli alunni della scuola primaria di Veggiano. L’11 dicembre è stato presentato il mosaico-capanna fatto insieme da ospiti e ragazzi. «In quest’occasione ho visto gli ospiti anziani lavorare con i piccoli in una sorta di patto intergenerazionale. Non erano più disabili, ma nonni! Il Natale, quindi, ci ha creato il pretesto per offrire esperienze forti di contagio, dentro e fuori l’Opsa».

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