Amici di don Giancarlo. Una via tra corruzione e globalizzazione

Un premio e una menzione nel concorso per tesi di laurea e dottorato su etica ed economia. Venerdì 12 gennaio alla fondazione Lanza vengono premiati i lavori scelti da una commissione di esperti

Amici di don Giancarlo. Una via tra corruzione e globalizzazione

Nel quinto anniversario della scomparsa di mons. Giancarlo Minozzi torna la preziosa iniziativa alimentata dagli Amici di don Giancarlo per tenere viva la sua memoria e i suoi preziosi insegnamenti. Venerdì 12 gennaio nella sede di via Dante 55 alle ore 17 viene consegnato il premio per la tesi di laurea magistrale o dottorato di ricerca, istituito in collaborazione con la fondazione Lanza, quest’anno sul tema “Etica ed economia”. Una manifestazione che ha registrato anche quest’anno una qualificata partecipazione da diverse zone d’Italia.

Il testo vincitore del premio di mille euro, scelto da un’apposita commissione presieduta da don Renzo Pegoraro, è una tesi di dottorato del corso di Governance, management and economics dell’università di Napoli Parthenope ed è stata redatta in inglese da Vincenzo Alfano, tutor Salvatore Capasso, coordinatore Maria Ferrara. Con il titolo “Social security contributions and corruption: four essays on the unterground and illegal economy” (Contributi previdenziali e corruzione: quattro saggi sull’economia sommersa e illegale), la tesi analizza il legame tra corruzione ed evasione contributiva. I quattro capitoli di cui si compone forniscono una dettagliata rassegna della letteratura in materia, offrendo un’analisi econometrica delle questioni prese in esame e discutendo poi i risultati e le loro implicazioni.

Il primo capitolo stima l’evasione contributiva per i diversi settori lavorativi nelle varie regioni italiane; il secondo mette in relazione l’aspettativa di vita percepita con l’evasione contributiva, ipotizzando che a una più lunga aspettativa di vita corrisponda un maggior costo dell’opportunità di evadere e che dunque l’incremento percepito in tale aspettativa diminuisca la corruzione. Il terzo capitolo studia l’effetto della proliferazione legislativa sulla corruzione esaminando i paesi entrati nell’Unione Europea nella seconda, terza e quarta ondata. Infine l’estensore della tesi propone una nuova spiegazione alla relazione positiva tra gender gap (divario tra genere maschile e femminile in area professionale e sociale) e corruzione.

«La tesi – spiega la motivazione della commissione – affronta in modo appropriato il tema dell’evasione contributiva e della corruzione nell’economia italiana, descrivendo le caratteristiche del fenomeno nel nostro paese e offrendo alcune chiavi di interpretazione di esso. Nello sviluppo dei quattro capitoli si analizzano aspetti importanti del rapporto tra mercato e istituzioni sul tema in oggetto, considerando anche le realtà di vari stati dell’Unione Europea. È riconosciuta l’importanza dell’interesse pubblico, nella ricerca di strumenti legislativi che riducano le conseguenze dell’evasione e corruzione, tenendo conto dei comportamenti dei singoli individui. La bibliografia è ampia e accurata».

L’edizione 2017 del premio in memoria di mons. Minozzi ha individuato quest’anno anche un lavoro meritevole di menzione speciale. È una tesi di laurea magistrale in Scienze internazionali conseguita all’università di Torino intitolata “Convivenza tra giustizia, diritti e consumismo: l’urgenza di un approccio etico”. L’estensore è Alessandra Giunta; relatore Roberto Burlando.

«La tesi – sottolinea la motivazione – sviluppa l’importanza di un approccio etico sul tema rilevante della giustizia sociale, specialmente di fronte alle sfide della globalizzazione e della questione ambientale. L’approccio appassionato richiama l’urgenza di un impegno etico e sociale che tutti coinvolge e che va approfondito e sviluppato ai diversi livelli. La prospettiva della dimensione globale della giustizia nel mondo attuale e futuro è fortemente richiamata. Buona e congruente la bibliografia di riferimento».

Il saggio prende il via da una panoramica storica sulle teorie di giustizia più incisive nella costruzione della morale umana, evidenziando quei valori guida che hanno portato a un effettivo progresso nella concezione stessa dell’uomo, delle sue libertà e dei suoi diritti.

L’autrice si dedica poi ai disequilibri tra i diversi paesi del contesto globale aggravati dagli effetti della globalizzazione: l’ipotesi è che siano messe in atto precise strategie per favorire l’accumulo di pochi a scapito di molti, che finiscono per negare all’interno del villaggio globale un equo godimento di pari opportunità.

La tesi prende quindi in esame le principali contraddizioni tra il sentimento di giustizia e gli effetti della globalizzazione sulla società, mettendo l’accento sulle distorsioni che la logica di mercato sta apportando ai diversi ambiti della vita. L’analisi continua descrivendo lo stretto legame esistente tra crisi economica, ambientale e sociale e si conclude esponendo l’esigenza di una “disintossicazione” della società da un’idea illusoria di benessere:

«Consapevoli di errori passato – scrive Alessandra Giunta – dovremo dimostrarci più abili nel progettare una nuova idea di sviluppo che si dimostri più attenta agli individui, alla terra e alle generazioni che verranno. Alla base di questo tentativo ci dovrà essere un recupero della dimensione globale della giustizia, affinché il passaggio epocale da ego-sistema a eco-sistema sia concretamente realizzabile».

Dopo la consegna dei premi alle due tesi prescelte dalla commissione, alle 18.30 viene celebrata la messa di suffragio di mons. Minozzi nella chiesa di San Nicolò, che si conclude con una cena di amicizia. Ai partecipanti, grazie alla collaborazione con la fondazione Lanza, è fatto omaggio di una pubblicazione sul tema dell’etica civile.

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